una speranza disillusa…

1 Novembre 2003
2 minuti di lettura

Leggo adesso un libro di poesie religiose, Versi di speranza, regalatomi da un amico qualche giorno fa. Leggo e cerco di scorgere nelle frasi della poetessa qualche bagliore di verità cui possa aggrapparmi, qualcosa in cui credere davvero.
Dio, così come il mondo che ruota intorno al suo mistero, è un’entità così sfuggente, talmente indefinita che, nei momenti “razionali”, non può che apparirmi nella sua più blanda e scontata rappresentazione, e cioè un bisogno istintivo dell’uomo di trascendere la sua fisicità per curarsi dai propri affanni. Solo nei momenti più duri, quelli in cui sei davvero solo, le volte in cui la ragione getta la spugna e lascia fare al cuore, posso scorgere dentro me la Sua presenza confortante, e allora Gli parlo, chiedo come sta, se il mondo lo rattrista troppo, se conosce l’amore umano e se comprende i miei stati d’animo e, prima di addormentarmi, Gli auguro la buona notte.
L’alba però, gonfia di luce e malinconia, disperde queste intuizioni, e la ragione, battagliera, torna ad infierire ripetendo le solite cose di sempre: perchè il dolore, perchè il peccato, perchè la vita.
La speranza di un momento notturno è presto disillusa, il giorno riprende il suo ritmo ed io a consumarmi ancora chissà per quanto.
Ieri ho passato una bella serata con amici, gli amici sono l’unico scoglio sul quale posso aggrapparmi adesso, così come la musica (ma la musica è cosa mia, e vive della mia stessa sofferenza).
Ubriaco e felice tra una banda di pazzi chiassosi ho dimenticato, per qualche ora, di aver bisogno di qualcosa, l’amore che ho avuto per un pò, lo stesso amore trasformato adesso nell’ennesima speranza disillusa.
E’ finita, lo sento in ogni fibra del mio cuore, lo sento nella mia mente ma amo ancora, per questo soffro; non voglio negarlo a me stesso, amo anche se non ne sono fiero, e questo amore mi impedisce di guardare altrove, mi costringe a dileguarmi con discrezione da tutti i rapporti che tronco sul nascere. E’ un amore irrazionale, un legame astratto con l’idea di Giulia, la rappresentazione perfetta di ciò che lei non è mai stata e che ogni giorno, nel nostro rapporto, volevo credere molto vicina alla realtà. E’ facile scoprire le persone, privale d’un tratto dell’amore che dai, fallo per qualche mese (anche fingendo) e osservale… osserva quello che fanno, quello che dicono agli altri sulla loro storia.
Un’altra speranza disillusa, quella che due anni fa mi ha portato da lei per poi lasciarla ancora.
Adesso mi chiedo come fare a dimenticare anche quell’idea: dannato romanticismo. Ho bisogno di scrivere una canzone, e poi ancora un’altra, per imprigionare il mio amore tra le note e pulirmi il cuore…

sola
appari nel cielo
pieno di stelle che incantano,
mai più
sentire il tuo sguardo
su me
posarsi sereno

Non voglio sperare più in un katz di niente, anzi, come diceva Neruda:
“Per questo devo tornare a tanti luoghi futuri, per incontrarmi con me stesso ed esaminarmi senza sosta, senz’altro testimone che la luna e poi fischiare di gioia calpestando pietre e zolle, senz’altro compito che esistere, senz’altra famiglia che la strada” e la musica, aggiungo!
Buona serata a tutti…

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Articolo precedente

nuvole

Prossimo articolo

Apologia della musica

Le ultime da Diario

amore e amicizia

Ecco la cosa che più di ogni altra mi fa diventare cretino: amore e amicizia. Un binomio asssurdo che non può essere

di notte pt. xxx

E’ sempre di notte che mi assale la malinconia, mi rigiro nel letto immerso in mille pensieri, guardo l’orologio maledicendo il sonno
TornaSu