Le sto dietro, corro come un disperato, grido e dalla mia bocca non esce alcun suono. Lei è davanti a me, si rifugia nell’androne di un palazzo abbandonato. Non faccio in tempo a raggiungerla e sbatto contro le porte dell’ascensore che si sono appena chiuse; lì mi accorgo di quante lacrime ho versato, il metallo lucido delle porte è bagnato. Prendo le scale e arrivo al primo piano, intravedo materassi lerci, residui di cibo assaliti dagli scarafaggi, nessun vetro alle finestre, tutto è fatiscente… salgo ancora, il secondo piano è quasi identico, c’è solo un triciclo sfasciato caduto sul fianco… salgo ancora, il terzo è uguale al primo, poi il quarto piano: un grande lampadario pende dal soffitto, le persone vestite di tutto punto sono sedute ai tavoli, stanno pranzando e al centro una piscina, sul bordo tante ragazze in costume, il sole entra dal soffitto, l’apertura è uno squarcio sopra la piscina. Cammino e vengo notato, mi guardo, sono in mutande, mi vergogno, mi sento piccolo e inutile, ma devo trovarla… non appena raggiungo il bordo della piscina vengo richiamato da alcune ragazze che mi dicono a bassa voce: è lì, è lì. Guardo nella direzione suggerita e la vedo: sta baciando un uomo di cui vedo solo le spalle e la testa, lui vestito da cerimonia, il colletto bianco della camicia, la giacca blu che valorizza le grandi spalle, i capelli corti e neri, ben tenuti.. ed io sono lì, in mutande, e mi pare di vedermi anche in faccia: la barba lunga, le occhiaie agli occhi, i capelli lunghi e senza forma. Non ho il coraggio di avvicinarmi e fuggo via, scendo le scale di fretta e non bado a quello che mi dicono le persone che mi incontrano, so che stanno ingiuriandomi, ma non importa. Raggiungo l’ingresso ed una frikkettona coi capelli mezzi rossi e mezzi verdi si avvicina a me, mi dice: Tesoro, dove sei stato! Mi bacia e fa passare dentro la mia bocca una gomma da masticare, una roba amarissima che mi fa quasi vomitare, la allontano e mi accorgo di avere sulla lingua il sapore del suo rossetto, le sue labbra adesso sono nere, ed io fuggo, fuggo lontano.
Intorno a me solo macerie e desolazione, davanti a me una strada dritta, senza futuro… piango e corro verso il nulla.
Amico io gli imposterei 4 accordi di chitarra sotto questo sogno…chi lo sa,
magari esce fuori un bel pezzo.