Roger Waters: the wall

8 Aprile 2011
2 minuti di lettura

La prima volta che ho ascoltato The Wall per impadronirmene completamente avevo circa 16 anni. Tenevo tra le mani il massiccio doppio LP che non aveva alcuna scritta, nè sulla copertina, nè sul retro. L’illustrazione raffigurante il muro, poi diventato il simbolo di una generazione (e non solo una), occupava le due facciate in modo che non si riusciva a distinguere il davanti dal dietro. Dopo averlo scartato e aperto, si apriva un nuovo scenario con i disegni di Scarfe ed un magnifico booklet con testi ed immagini che ho rovinato a furia di sfogliare. Poi ho visto il film di Alan Parker, lì ho scoperto che the Wall stava ancora insegnandomi qualcosa, e che non avrebbe smesso di farlo negli anni, perchè la storia di Pink si comprende sempre di più quando la maturità ti concede di guardare oltre il tuo piccolo naso, di preoccuparti anche di chi vive a migliaia di km da te e non gode delle tue comodità, di guardare il “potere” negli occhi e capire come condiziona ogni scelta della tua vita quando fai finta di ignorare che c’è un grande fratello che controlla ed influenza le tue scelte. Guardi indietro e scopri che, nella storia, l’uomo non ha fatto altro che costruire muri intorno a se per assecondare la sua paura degli altri.

Oggi Roger Waters, il principale autore dell’album, ripropone The Wall in un mega-tour mondiale, ed io non potevo fare a meno di prendere i biglietti e volare a Milano per assistere allo show in compagnia di Veronica e di alcuni buoni amici. L’ingresso trionfale di In The Flesh ci proietta subito in uno spettacolo che oltre ad essere un concerto scopriremo essere anche un concentrato di musical, cinema ed installazioni varie. Fuochi d’artificio, pupazzi giganti che raffigurano gli elementi del film, aerei che si schiantano sul muro, maiali giganti, proiezioni edite e non su di un muro che man mano viene costruito davanti a noi per poi, alla fine del primo atto, togliere totalmente alla vista del pubblico i musicisti sul palco.

What shall we do now?

Lui, Roger, magnifico, canta con intensità e partecipazione, The Wall è cosa sua, si vede, si sente, l’unica pecca la mancanza degli altri Floyd, specialmente nei soli di chitarra ed in alcune parti vocali… fortunatamente ero già preparato a questo visti gli altri spettacoli di Roger visti dal vivo ed in dvd, the wall è si un album scritto da Roger, ma è suonato anche da David GIlmour (autore dei bellissimi ed inimitabili assoli e delle ritmiche, nonchè coautore in Young Lust, Confortably Numb e Run Like Hell), da Richard Wright e da Nick Mason che in quanto parte della band hanno contribuito attivamente agli arrangiamenti del lavoro; per fortuna mi sono goduto ugualmente lo spettacolo, storcendo il naso solo in Confortably Numb per la disattesa speranza che venisse fuori a sorpresa Gilmour, alimentata da rumors in rete, e qui e là per discutibili scelte d’arrangiamento che probabilmente avevano l’intenzione di modernizzare un lavoro che è perfetto così com’è e che non ha bisogno di alcun ritocco… ad ogni modo, le critiche da fare sono davvero poche, nonostante la mancanza di Gilmour Run Like Hell viene fuori potente e carica di effetti scenografici, così come Waiting for the warms con Waters che incita la folla col megafono, e ancora Bring The Boys Back Home che suona terribilmente attuale, Nobody Home cantata da una piattaforma a metà del muro, con Roger nella sua stanza d’albergo che dopo aver chiamato la moglie, a letto con un altro uomo, si chiude ancora di più nella sua solitudine preparandosi a trasformarsi nel dittatore di In the flesh.

Another brick in the wall

Ci sarebbero da scrivere libri interi su The Wall, alcuni lo hanno fatto, io mi limito solo a questa piccola introduzione accompagnata anche dai video ricordo che ho girato per l’evento.

Chi ha la possibilità di vederlo a Luglio non se lo faccia scappare.

Parte prima


Parte seconda

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

30 Comments

  1. grazie… è vero, sono eventi per i quali puoi dire di aver visto tutto e che adesso si può morire in pace (chiaramente scherzo, ma ci siamo capiti :)

  2. [..YouTube..] @ivanopisanu grazie… è vero, sono eventi per i quali puoi dire di aver visto tutto e che adesso si può morire in pace (chiaramente scherzo, ma ci siamo capiti :)

  3. io c’ero la sera del 4 luglio,5 giorni fa….ancora mi viene da piangere al ‘pensiero di non vedere mai piu una cosa cosi spettacolare…grazie per questi video…di cuore….lli guarderò milioni di volte prima dell’uscita del video ufficiale…

  4. [..YouTube..] io c’ero la sera del 4 luglio,5 giorni fa….ancora mi viene da piangere al ‘pensiero di non vedere mai piu una cosa cosi spettacolare…grazie per questi video…di cuore….lli guarderò milioni di volte prima dell’uscita del video ufficiale…

  5. [..YouTube..] io c’ero la sera del 4 luglio,5 giorni fa….ancora mi viene da piangere al ‘pensiero di non vedere mai piu una cosa cosi spettacolare…grazie per questi video…di cuore….lli guarderò milioni di volte prima dell’uscita del video ufficiale…

  6. Io l’ho visto due gg fa a Milano, non ho mai pianto per un concerto e ne ho visti tanti ma per le prime 4 canzoni avevo le lacrime…

  7. bravissimi! riprese spettacolari!! io l’ho visto a londra il 17 maggio! dopodichè non sono più lo stesso!!!!!!!

  8. ottima recensione , il piu’ bel concerto della mia vita. emozionante , intenso .
    come dici lo zio david mancava….
    nell ‘opera the wall ritengo sottovalutato l apporto di david…la sua voce e la sua chitarra unica nel suo suono.
    purttoppo mi sono perso il live a milano di gilmour ..purtoppo.

    • ciao cesare
      Condivido in pieno il tuo pensiero
      Purtroppo the wall è stata sempre presentata come un’opera di Waters, le persone spesso non capiscono che quando si parla di band (e non di turnisti che eseguono le idee di un singolo), ogni membro del gruppo svolge una funzione attiva… se un singolo presenta la sua linea di melodica di cantato con un giro di accordi, è sempre la band che coi suoi arrangiamenti definisce il prodotto finale… questo il motivo per il quale anche mancando un componente apparentemente non essenziale, come ad esempio Mason, nell’insieme non ascolti lo stesso album… figuriamoci poi se a mancare sono Gilmour con Wright… le melodie possono essere identiche, la voce pure, ma l’insieme non è quello del disco che tanto abbiamo amato, e, aimè, con la morte di Wright non sarà mai più possibile sentirlo in quel modo
      Un abbraccio

      • Non ho visto il concerto purtroppo, Ma dai video non mi è arrivata la magia di un’opera che trent’anni fa conquistò anche me, molto spettacolare e coreografico, ma vedere roger che canta da solo senza il suo basso ed i suoi musicisti e coristi nascosti dietro il muro mi ha dato l’impressione squallida di un cantante che si esibisce con una base.
        Certo vederlo dal vivo sarebbe stato diverso ,farò di tutto a luglio per non perdere l’occasione ed weventualmente ricredermi, ma i Pink Floyd erano un’altra cosa……

      • ho visto i pink a torino nel 94 e roger nel tour in the flesh oltre ovviamente a the wall.nel precedente concerto il nostro roger aveva ben tre solisti in confortably.. ma lo zio e’ un altra cosa.
        avevo pero avuto l occasione di sognare col l esecuzione di dogs ( animals l ultimo lavoro globale della band mai capito , ma per me incredibile )
        sia the divion che amused to deaht sono lavori che pur criticabili ascolto spesso , ( da solo) e sogno ancora.
        saluti cesare e SHINE ON !

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