Ragusa – Capo Nord: 1° puntata… verso Copenhagen

22 Settembre 2008
6 minuti di lettura

GNV 11 Agosto 2007
Partenza giorno 10 alle 14:30 da Ragusa

La macchina è carica fino a scoppiare, abbiamo fatto 300 € di spesa e adesso il problema principale è riuscire a fare in modo che tutto il cibo e le attrezzature non si ribaltino e soprattutto non ci finiscano addosso mentre guidiamo.

Livio saluta Carla… è bello essere col mio buon amico: il Secco.

Si parte per Palermo, i soliti 300km inutili per arrivare al porto.

La nave parte con ritardo, il TomTom dà i numeri (bisogna cambiare la scheda di memoria, bastarda, si guasta proprio adesso)… cerco di risolvere il problema ma i palermitani pare non si intendano molto di memory card… se ne parlerà a Genova.

Bisogna aspettare che arrivi la nave, lo stomaco mi ricorda che non ho ancora mangiato quindi si decide per qualcosa al volo. Raggiungiamo una rosticceria vicino al porto e lì accade una cosa curiosa: un ragazzo con una magliettina nera con su scritto Nordkapp ci passa davanti… è proprio dove andremo noi J… curioso.

Finalmente arriva il momento dell’imbarco, un paio d’ore in fila, Livio deve scendere dalla macchina, imbarco la mia Toyota da solo, ma appena sul ponte, ci incontriamo subito.

Ahimè, abbiamo dimenticato entrambi l’acqua, ci tocca comprarla in nave, che paradosso, con tutta la roba che abbiamo in macchina non sarebbe stato male cominciare a togliere del peso.

La nave balla un po’ troppo, al cinema danno Una notte al museo… curioso anche questo, al negozio dove hanno tentato di riparare la mia card avevano esposto in bella mostra proprio quel film… cmq un pacco per bambini, l’avevo già visto ma non volevo rovinare la brutta sorpresa a Livio.

La cameretta della nave è piccola, ma si sta bene… la sera giriamo un po’ sul ponte, molto vento, un po’ di freddo, andiamo a dormire, è meglio, sennò avremmo dovuto lasciare qualche ricordino del nostro stomaco sulla moquette del ponte. Appena mi sono sdraiato sul lettino, mi ha colto la prima delusione: la nave ballava comunque e la sensazione non era tanto diversa come pensavamo sia io che il secco. Cerchiamo di dormire, ma le pareti della cabina si spostavano, si deformavano, katz non lo so, sembra deformarsi anche il materasso… per un attimo ho seriamente temuto di dover passare una notte in bianco. Su suggerimento del secco, ho cercato di immaginarmi come un bambino dentro la culla (alla simulazione ho aggiunto anche il pollice in bocca, ma avevo ancora il pessimo sapore dell’olio del tonno in scatola mangiato qualche ora prima)… è andata, il sonno è giunto presto.

8 ore dopo mi sveglio e decido di uscire, il secco invece sembrava voler passare un altro po’ di tempo a letto. Mi vesto velocemente, una sciacquata, una lavata di denti e via dalla cabina.

Risolvo il problema della memory card grazie ad un gentilissimo fotografo, spero vivamente che all’arrivo a Genova tutto funzioni regolarmente, viceversa il nostro viaggio a Capo Nord dovrà essere ridimensionato secondo il vecchio sistema: stradario cartaceo.

Sono contento di aver cominciato questa bella avventura, contento che stia accadendo adesso e del compagno di viaggio. Mi servirà a capire tante cose, di quanto ancora possa “sensibilizzarmi” davanti alla natura, davanti alle esperienze sempre utili di un viaggio avventuroso, e soprattutto di cosa abbia bisogno davvero per vivere più serenamente quel viaggio più lungo e meno programmabile chiamato vita.

Ci aggiorniamo a dopo

APPENDICE: LE NAVI DA CROCIERA

Le navi da crociera sono grandi scatolette galleggianti con dentro tanti omini che sbattono a destra e a sinistra se il mare è brutto, che vomitano sui bordi se il mare è bruttissimo, che cercano di galleggiare e lottare coi pesci se il mare ha fatto affondare la nave.

Le navi da crociera sono dotate di tutti i confort, ogni ponte ha delle ambientazioni diverse a seconda dei gusti di ogni singolo passeggero, solitamente il ponte superiore è per gli amanti della tintarella, troviamo quindi la classica animazione da villaggio turistico, dio li ucciderei tutti quanti, ti devono trascinare per forza in attività di cui non te ne frega mai niente, lo so, sono sempre il guastafeste della situazione, però che ci posso fare, in fondo loro non sanno che mi diverto in un altro modo, e poi ti usano anche per fare divertire gli altri.

Scrivo nel ponte che mi piace un po’ di più, ci sono tante poltroncine e dei tavolini con lo specchio, mmm… chissà cosa ci fanno qui i marinai quando rimangono soli.

Poi c’è il cinema, la palestra, la piscina (vuota), la discoteca, il negozietto con prezzi da urlo (nel senso che ti fanno urlare…), insomma, una piccolissima città tutta rinchiusa nella scatoletta.

Ci staremo solo 1 giorno, già mi sembrano 7 e mi chiedo come fa la gente a passare 2 settimane così, intendo nelle classiche crociere… vabbeh che il mare adesso è tranquillo però si ondeggia sempre un pochino, questa notte la cabina sembrava piegarsi tutta, anzi si piegava davvero, se le pareti della scatoletta fossero rigide si spezzerebbero di sicuro… se dovessi farmi 2 settimane così, sbarcherei pazzo.

L’unico motivo che mi viene in mente per cui la gente va in crociera è quello più vecchio del mondo, la ricerca dell’amore, quello giustifica un po’ tutto. Certo bisogna essere un po’ spavaldi, pronti a scambiare le giuste occhiate con le figure femminili che più ti garbano, in fondo siete tutti lì, qualcuno prima o poi ricambierà, a meno che tu non sia proprio brutto. In fondo il concetto di una vacanza in “crociera” non è tanto sbagliato per i single, la concorrenza si riduce notevolmente, si possono creare le giuste atmosfere con semplicità, e poi c’è l’idea di essere sperduti nel mare o nell’oceano, non si pensa alla terra, si pensa più al cielo ed alle nuvole.

13 Agosto – Copenhagen

Trovo un attimo di tempo per scrivere solo adesso. L’arrivo a Genova ha sconvolto un po’ i nostri programmi viste le 4 ore di ritardo della nave, quindi ci siamo messi in marcia per Copenhagen dopo le 10 di sera, in aggiunta a questo una coda di qualche km al confine con la Svizzera (e tutto per il bollino autostradale), una lunga notte di guida in autostrada (ahimè, tristi ricordi, la strada per San Bernardino causa deviazione ha messo a dura prova il nostro apparato digerente). Pausa d’obbligo lungo la strada per due scatolette di Simmenthal, mentre il mio desiderio di vedere la macchina sgombra da tutti i sacchetti della spesa cominciava a farsi strada prepotentemente, i sedili reclinabili sono una gran comodità e non era possibile utilizzarli. Dopo una breve traversata in nave siamo arrivati a Copenhagen (non so perché, ma eravamo convinti di trovare un ponte tanto che il secco, al casello, ha chiesto: is there a bridge here?

Insomma, alle 2 del pomeriggio eravamo già in camping, brodo di verdure e lenticchie e poi a nanna, stanchi morti.

Sveglia alle 10 di sera, con il sole ancora in cielo e via verso il centro. Una passeggiata esplorativa e poi in un locale a bere la birra locale, la Carlsberg, e ad ascoltare un simpatico gruppo funky di 3 elementi.

Adesso il secco è in tenda e aspetta che mi muova per tornare al centro per il doveroso giro turistico.

Ore 16

Farei i turisti stanca, specialmente quando si tratta di andare a piedi, perché non sia mai che io e il secco possiamo accontentarci dei comuni autobus per vedere la città. Copenhagen è una città con tanto verde, poco traffico, tutto perfettamente in ordine.

Adesso sto sorseggiando mezza pinta di ottima Guiness al Dubliner, un pub al centro, e davanti a me il solito giocoliere con triciclo che allieta i passanti.

Poco fa ho comprato una porcellana della Royal Copenhagen, un’istituzione qui in città: una rana che simboleggia il sentimento dell’amore, un’immagine che mi ha colpito subito e che metterò nel presepe dei troll.

Il giocoliere sta tentando si salire su un triciclo decisamente alto, sono tutti lì a capire come farà.

Rullo di tamburi: urrà, ce l’ha fatta, ha fatto finta di essere sul punto di cadere ma era tutta una farsa per mettere paura alle persone. Adesso sta suonando un chitarrino e contemporaneamente si mantiene in equilibrio perfetto sul triciclo alto 2 metri, sembra si stia preparando a fare qualche esibizione col fuoco e intanto intrattiene il pubblico che gli sta intorno con grande simpatia: si merita ogni corona che il pubblico gli darà.

Ore 19: 30 Hillerod – Castello

L’anima si riflette sul lago
il grande castello risuona di voci
echi di storia antica

Stanco mi siedo di fronte
ed il silenzio intorno
si apre al fragore dei miei pensieri

Spazi di verde si aprono all’orizzonte
la mia memoria
si assopisce
al canto di una creatura degli alberi.

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

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