A poco a poco,
il dorato ricordo del sole
ormai tramontato
svanisce dal cuore delle fredde e malinconiche nuvole.
Silenziosi
come bambini tristi,
gli uccelli hanno smesso di cantare
e solamente il verso querulo della gallinella d’acqua
e il gracchiare rauco della pernice
turbano la quiete piena di timori intorno al letto del fiume,
ove il giorno morente esala l’ultimo respiro.
Dai boschi bui lungo ciascuna riva,
l’esercito spettrale della notte,
le tetre ombre,
avanza furtivo a passi felpati
per scacciare l’indugiante retroguardia della luce
e procede su piedi invisibili
e senza rumore
sulle ondeggianti erbe del fiume
e attraverso il mormorio dei canneti;
e la Notte,
assisa su un trono tenebroso
chiude tra le ali nere
il mondo che va sempre più incupendosi
e dal suo fantomatico palazzo
illuminato dalla pallide stelle
regna in silenzio.
da “Tre uomini in barca”
di Jerome Klapka Jerome
su segnalazione di mio fratello Gianco