Locanda delle fate: Li consiglio a tutti coloro che amano il Prog sinfonico romantico. Lui ricorda, nella voce, il mitico Francesco Di Giacomo del Banco del Mutuo Soccorso… a tratti le parti di flauto nei pezzi sembrano suonate da Ian Anderson in persona e i testi sono dei CAPOLAVORI assoluti di poesia: esistenzialisti al confine fra il dramma e la gioia del vivere (Voleranno, sopra i vetri, mille volte gli occhi cercando spazi di là, e il cervello è una parete, con sopra un banco a vendere alla fine trascinerei, per rubarmi dai vuoti di memoria forse è quello che ci va, basta adesso alle orge senza senso e ai rimorsi per di qua. Chissà se quando la corda, stringerà il mio collo la bocca non griderà, ora è entrata, una farfalla, che d’amore nato sui fiori mi parlerà, seguo già i suoi voli trasparenti, che tra poco tradirò, con le mani fresche dei miei pianti, reti infine getterò. Saggezza venderei con il peso dei discorsi sempre uguali e in cambio chiedo a lei i segreti intensi delle sue stagioni; perchè da Alice e Urano non compro più mosaici rose e seta, e in fondo al buio sto spiandoti forse verrà a svegliarla. Volerai fra pareti e fotocellule invisibili e segrete, molte ne aprirai, prati di moquette, fiori quasi veri e un senso di potere, ma poi ti accorgerai che non puoi più volare. C’è un ladro nella stanza non ti ruba argento nè monete d’oro, ma senza far rumore strapperà i tuoi voli gli abiti più veri. No basta dammi i fiori che non ho, non ho più voglia di spiegare, tu sarai grande più di Icaro ti guarderai volare), impareggiabili nella descrizione di cose, oggetti e persone evocate con un tono di delicata nostalgia (Ombre riposano nella soffitta buia tra i resti di un tempo che i ricami della luce con la polvere trasformano, libri e quaderni vecchi e un sogno rimasto a specchiarsi nel tempo fra rovine di un giocattolo. Profumo di colla bianca ritrovato qui, fantasmi vecchi e nuovi si confondono. Mille vetri rispecchiano ricordi che un bimbo lasciò!! Raccolgo un libro di immagini sbiadite dalla realtà. Voglia immensa di chiudere le porte sulla mia età. Ombre riposano nella soffitta buia tra i resti di un tempo che i ricami della luce con la polvere trasformano, là dietro il muro il vento rapisce al silenzio sospiri confusi e voci ancora tiepide in un attimo. Ma il profumo di colla bianca si è fermato qui per regalare al tempo le mie maschere), surrealisti e romantici (Quando il vento ancora si fermava un pò, fra i miei capelli inventavo favole. Poi caddi giù ma avevo già le mani in tasca. Quanti eroi caduti dal coraggio ed ingannati dall’incenso e dal pianto che qualcuno venderà. Dove vanno gli angeli, a dormire dove sono finite, le illusioni e i sogni che nessun compra più; fra incerte ombre effimere. Pazzi forti eroi, tutto era sbagliato, ti è mancato il tempo, di riprendere fiato, il sangue alla testa si fermò, e scelse anche per voi…Trascinati da un furto di coscienza, abbagliati da miti e da leggende, di miracoli pieni i nostri sogni non ci bastano più, quando fa luce. Come un sipario scuro sempre si alzerà, una luce accesa o spenta ci sarà, mentre dal buio intanto spunterà una nuova favola, la gente guarderà, qualcuno invecchierà… mentre gli occhi sconfinano verso le stelle e due ali sottili basterebbero a noi, e quel canto di un vecchio ubriaco sul petto disinfetta le ansie che straripano già, troppo scuri i silenzi nei dintorni e qui dentro, forse le lucciole non si amano più…). Giorgio Gardino: Batteria, vibrafono; Luciano Boero: basso, hammond; Ezio Vevey: chitarra elettrica, voce, flauto; Alberto Gaviglio: chitarra elettrica, voce; Michele Conta: pianoforte, piano elettrico, polymoog, clavicembalo, syntesizer; Oscar Mazzoglio: hammond, moog, polymoog, syntesizer; Leonardo Passo: voce solista. Questi i LOCANDA DELLE FATE che hanno al loro attivo solo un album edito da Polygram: Forse le lucciole non si amano più (1977). SUPERBI
Locanda delle fate
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