A ogni persona intelligente capita un momento in cui si sente esclusa dal comune vivere e dal comune sentire. Le danno torto gli amici, il buon senso, la morale, l’evidenza dei fatti. Però non c’è niente da fare, si intestardisce nelle sue convinzioni tra le incomprensioni di tutti. Evidentemente le ragioni che la rendono così diversa e enigmatica sono profonde e complesse, impossibili da capirsi a occhio nudo. Il senso di solitudine che la pervade, la fa isolare, spesso scomparire dalla circolazione. Quante cose facciamo che non dovremmo fare, e che pure ripetiamo con la stessa disinvoltura! Ciò che a noi sembra naturale, perfino innocente, può risultare agli altri scandaloso.
Ci sono uomini che vivono eternamente in tale idiosincrasia, che non si sentono mai in sintonia con il mondo circostante: trovano tutto inadeguato, sfasato rispetto a una visione libera, perfino anarchica del mondo. Stanno loro stretti i rituali della vita quotidiana così come normalmente si svolgono. Non condividono il linguaggio dei rapporti interpersonali, affettivi, sociali.
Soffrono la volgarità del mercimonio, le prove di forza, le piccole e grandi sopraffazioni, i ricatti nascosti, l’egoismo, l’endemico razzismo di chi si misura col debole, il pregiudizio di chi impone al prossimo il proprio
modello di vita.
Sono queste persone incontentabili le uniche che ammiro, e amo. Sono le più intelligenti. In fin dei conti, seppure appartate, esse godono di quel che c’è veramente da godere, mentre gli altri corrono dietro a chi corre.
“Un uomo intelligente – diceva Schopenhauer – costretto a vivere insieme a degli sciocchi assomiglia a colui che ha un orologio che va bene in una città le cui torri hanno tutte orologi che vanno male. Lui solo sa l’ora giusta: ma a che serve? Tutta la gente si regola secondo gli orologi
cittadini sbagliati.”
Certo, quando la realtà finta è l’unica che esiste per la stragrande maggioranza dei cittadini, è difficile agire come se niente fosse, chiudere gli occhi e accettare l’inganno. Tanto vale sopportare con pietas i cattivi giudizi di chi non capirà mai.
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Vincenzo Cerami
www.vincenzocerami.it
L'intelligenza
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