La testa fra le nuvole

19 Maggio 2011
7 minuti di lettura

Che io sia un grande appassionato di tecnologia gli amici lo sanno, e chi mi accompagna ogni giorno sa bene quanto ci tenga ad evidenziare pregi e difetti di tutto quello fatto di circuiti e silicio che mi passa tra le mani. Se poi trovo qualcosa che mi entusiasma, beh, non ne smetto di parlare fino a quando non entra nel mio quotidiano in maniera definitiva.

Ricordo la prima volta in cui accesi un computer. Era il lontano 1992, credo si trattasse di un 286 con appena 4Mb di ram e 500Mb di disco fisso. Il sistema operativo era Windows 3.11 per Workgroup, oggi un vero pezzo d’antiquariato; allora fu una rivoluzione per gli utenti PC perchè introduceva il supporto per le reti, ovverosia permetteva che i computer potessero comunicare tra loro. Al tempo facevo un corso con il mio storico amico Tano, realizzavamo dei piccoli programmini in linguaggio Basic che svolgessero semplici funzioni… niente di astruso, erano i primi passi e di strada ne dovevo fare ancora tanta; ricordo bene quella sensazione al momento di far partire il programma, c’era chi imprecava e chi esultava, io mi limitavo semplicemente a sorridere perchè riuscivo a far capire al computer la mia lingua. Poi arrivarono i telefoni cellulari per tutti ed arrivò anche il mio primo computer, un 8088 con monitor a fosfori verdi e sistema operativo Dos: al tempo preferivo spendere i miei soldi in musica ed impianti Hi Fi quindi non ci tenevo davvero ad avere l’ultimo ritrovato della tecnologia anche perchè i videogame mi avevano stancato da tempo e onestamente non avevo bisogno di chissacosa. Ad ogni modo nel misero hard disk da 100Mb cominciai ad archiviare tutti i miei diari con un programmino orribile della IBM: Writing Assistant…. vi dico solo una cosa, per mettere in grassetto una parola bisognava fare molto più che cliccare su un’icona. Oggi benedico tutto il tempo passato davanti allo schermo verdino, non so se più avanti sarei riuscito a trovare la pazienza di battere a macchina oltre 500 pagine di deliri giovanili.

Poco dopo, durante il servizio di leva, il comandante della caserma tale Massimo di Raimondo che ricordo sempre con grande affetto, si accorse della mia passione per le macchine e per buona parte della mia permanenza mi affidò il compito di trasferire in formato elettronico un prontuario di polizia giudiziaria scritto da sè medesimo con oltre 300 pagine da battere con Corel Ventura… ah che tempi, pensate che quando arrivavo nella stanza accendevo il pc e andavo a farmi il caffè… tornavo dopo circa 10 minuti ed aprivo il programma, poi dopo una quindicina di minuti circa potevo cominciare a lavorare, sempre che non si impallasse. Qualcuno direbbe: col Mac te la saresti passata meglio, ma a quel tempo dalle nostre parti non se ne parlava per niente e comunque costava talmente tanto che potevano permetterselo solo alcune categorie di persone. Insomma, anzichè preoccuparmi di avere i capelli ordinati, le scarpe pulite e la divisa in ordine, le mie preoccupazioni stavano tutte sul prontuario, e se qualche sottufficiale si lamentava la risposta era sempre quella: preferisci che vada a tagliarmi i capelli o che finisca questa pagina per farla correggere al comandante?

Quando si ha la fortuna di poter trasformare una passione nel tuo lavoro è davvero un gran cosa. Senza accorgermene passavo dal semplice lavoro di commesso in un negozio di computer al sistemista Unix di un piccolo provider di Ragusa, e poi grafico pubblicitario per una tipografia moderna: i tempi di Corel Draw e delle prime versioni di Photoshop. Pian piano aumentava la mia passione per il web, il mio primo computer vero è stato un Pentium II con ben 128Mb di Ram; per collegarmi ad Internet usavo un modem 14.400 e chiamavo Roma (il provider VideoOnLine)… quando Internet arrivò a Ragusa la TUT ci uccideva, ma per fortuna lavoravo già per il provider e avevo una CDN (linea telefonica dedicata) di ben 128Kbps che condividevo con tutti i clienti dell’azienda… adesso sarebbe impensabile, pensate solo che la velocità di una 128kpbs era 70 volte inferiore a quella di un utente adsl Alice di oggi, e nonostante tutto ci navigavamo in 100 :)

Pian piano cominciai a sperimentare seriamente il web, quando le pagine internet erano fatte di testi, tabelle e penose gif animate. In quel periodo nasce il Mondo Di Art, i diari on line, il mio primo blog… e già, è passato un bel pò. La mia adolescenza e la prima giovinezza è stata tutta un alternarsi di emozioni tecnologiche coniugate con l’amore per la natura, la musica e la poesia. Ecco, ho sempre pensato che alla fin fine sono stato fortunato a nascere negli anni 70, e questo perchè sono arrivato l’anno in cui è uscito The Dark side of the Moon e avevo dentro i geni di due genitori che hanno vissuto gli anni 60 concependomi a Parigi in piena rivoluzione artistico-culturale. Sorvoliamo su quello che ho visto, sentito ed assimilato dagli anni orribili che sono seguiti, a parte Star Trek – The next generation tuttavia, escludendo arte e musica, la tecnologia stava per diventare alla portata di tutti… ero lì, piccolo e solo, con il mio libricino di poesie e racconti, ed un attimo dopo ero in rete che parlavo con americani, svedesi, olandesi, inglesi e qualche italiano. Credo sia stato un momento importante, il mio primo sito web era su Geocities, oggi defunta community virtuale ed allora strumento che consentiva a chiunque di prendersi una casa virtuale gratuitamente e metterci dentro quello che voleva. Geocities mi regalò persino una borsa per portatile per ringraziarmi della guida in italiano che avevo realizzato; non posso dimenticare l’emozione di essermi trovato citato nella loro newsletter mondiale destinata ad oltre 30.000 persone: ed ecco Nicola Randone con la sua guida a Geocities per tutti gli utenti italiani… da lì le collaborazioni con le riviste PcOpen ed Inter.Net, i primi lavoretti seri… insomma un crescendo di fortuna che stentavo a riconoscere; ricordo l’amicizia con Massimo di Html.it, Emiliano di Hardware Upgrade e Davide di Dada, ora colossi… eravamo tutti coetanei, ci conoscevamo negli Internet Expò di Milano, parlavamo di come sarebbe cambiato il mondo e nessuno si sognava di darci dei nerd.

Se avessi continuato con la stessa determinazione con cui ero partito, probabilmente sarei in una bella poltrona in similpelle con davanti una scrivania di legno pregiato, in una delle tante aziende della new economy, o forse sarei caduto in rovina dopo aver investito su Cities On line, comunque avrei proseguito di quella strada se non mi fossi ammalato di musica… e già, la musica è sempre stata l’altra mia grande passione, solo che fino a quel momento mi limitavo ad ascoltarla e strimpellare due note alla chitarra. Lo ricordo come fosse ieri, l’esperienza col gruppo andata male, la delusione, e le prime canzoni di Morte di un amore… e lì fino a Linea di confine. Il grosso delle mie energie era altrove e oramai dovevo trovare gli spazi per il lavoro coi computer e non il contrario. Questo non mi ha tuttavia impedito di continuare ad entusiasmarmi per le grandi innovazioni tecnologiche che hanno segnato la nostra epoca, ricordo ancora il primo programma per l’editing audio: Cakewalk, e poi Cubase… si trattava di una cosa straordinaria, avevi tutti i musicisti chiusi in quella scatola e potevi farli suonare tutti insieme… certo per l’album ti servivano quelli veri, intanto ti costruivi le idee e sentivi, più o meno, il sapore che avevano… immaginate cosa avrebbe fatto Mozart coi mezzi di oggi… :)

Ho sempre creduto che presto o tardi si sarebbe arrivati ad uno stop drastico, che i programmi non si sarebbero più evoluti o che comunque non ci sarebbero stati cambiamenti così significativi perchè già puoi fare praticamente tutto. Mi sbagliavo, ed è forse questa la fortuna di chi riesce ad avere le grandi idee, credere che non ci sia mai fine alle invenzioni, anticipare i tempi e creare dal nulla una roba nuova che cambia tutto. In principio fu il Dos, poi la rete, poi le community e i forum, poi i blog, oggi Facebook ed i social… domani? Il mio errore è stato il non pensare a tutti quelli che usano il computer senza essere esperti, immaginare come poter aiutare chi a malapena riesce ad accendere la macchina, chi non sa dove salvare il suo file e che di conseguenza non riesce più a trovarlo, chi anzichè utilizzare il computer per “lavoro” lo usa per svago, per chattare, per navigare su Internet e scrivere qualche lettera di tanto in tanto, o chi non può permettersi di rinnovare sempre la propria macchina e ha lo stesso computer che avevo io 10 anni fa. Un tale un giorno si è svegliato e ha detto: che ne dite di far girare i programmi direttamente su Internet. Qualche tempo fa qualcuno gli avrebbe riso dietro, oggi invece l’idea suona diversamente e si chiama “cloud computing”… non ho letto la definizione di cloud perchè mi è piaciuta quella che mi è venuta in mente non appena ho capito di che si trattava: la nuvola è qualcosa che dà il senso della leggerezza ed in effetti delegando tutte le funzioni di calcolo ad un supercomputer che vive su Internet, beh, il tuo piccolo computer di casa se la passa meglio, per non parlare poi di tutte le fotografie che tanti amici hanno perso perchè gli si è bruciato l’hard disk, la musica, i documenti… se metti tutto sul supercomputer il tuo hard disk può essere anche piccolo e lento, non importa, il grosso del lavoro lo fa un altro.

Immagino le applicazioni: quanti soldi spende oggi la pubblica amministrazione per formattare il computer dell’impiegato rincoglionito di turno che lo riempie di virus, per non parlare di tutte le licenze: windows, office, l’antivirus… andando oltre la pubblica amministrazione che si sa, con gli sprechi ci fa campare gli amici di turno, pensate alle grandi aziende, a quanto si spende in termini di tempo inviando un documento, un file audio o peggio video ad un collega di un’altra sede… e questi dati che poi viaggiano ancora e ancora per essere visionati, revisionati, respinti, ed ancora visionati, approvati… immaginate se riuscissimo a fare tutto questo direttamente in rete, senza che sul nostro computer ci sia nulla che non sia il solo programma per navigare… se ci pensate il concetto è un pò antico, una volta c’era questo grande computer, l’AS400, e tanti terminali stupidi che sfruttavano la sua potenza… beh, adesso c’è il tuo piccolo computer e basta che abbia solo la potenza necessaria ad aprire il browser e navigare per poterti permettere di lavorare, conservare i tuoi documenti, condividerli con altri in facilità, creare la tua rubrica on line che si sincronizza col telefono, e così l’agenda e i video delle tue vacanze o quelli della presentazione che devi fare con urgenza al tuo prossimo incontro col capo… e se il computer salta, beh, te ne vai in un internet point e continui a lavorare… eccolo il cloud computing, la nuova rivoluzione, e per gli utenti come noi è gratis :)

Probabilmente solo gli addetti ai lavori riescono ad intuirne le potenzialità ma sono sicuro che tra 3, 4 anni questi minicomputer da 100€ saranno nelle mani di tutti, altrochè.

Forte di questa nuova scoperta ho deciso di aprire a breve una guida al cloud, con tanto di video dimostrativi… non appena sara pronto farò un fischio qui.

Adesso vado a letto, oggi ho voluto scrivere di nuvole perchè tra un paio d’anni voglio vedere se saranno spazzate dal vento o diventeranno lo strumento che consentirà a chiunque di comunicare col mondo.

Buona notte.

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

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