Dodici anni, sono passati davvero dodici anni da quando ho cominciato a tracciare sulla nuda carta di un’agenda le mie vicissitudini. In dodici lunghi anni protagoniste incontrastate sono state le agende che gentilmente mi forniva mio padre; oggi si spezza la tradizione, ad inaugurare questi ventitré anni di mia vita una normalissima agenda acquistata in cartoleria (che sia il segno di un profondo mutamento generale?!). Ti abbandonavo nelle ultime pagine della precedente agenda con toni aspri… mi pare di ricordare di aver annunciato il proposito di abbandonare l’arduo compito di scrivere, se non l’ho annunciato ti rivelo che l’ho pensato e per molti giorni mi sono sentito perduto… già, è difficile rinunciare ad un’abitudine così salutare, attraverso questi scritti in fondo non faccio altro che oggettivare le mie esperienze, esorcizzarle se negative rendendone più piacevole la convivenza. In queste settimane ho conosciuto momenti che non possono essere catalogati neppure alla voce: Tragico.
Le mie notti sono infestate dall’angoscia, non un’angoscia semplice del tipo che si dilegua almeno alle prime luci dell’alba, trattasi proprio di quella sensazione che ti fa sentire vuoto, inutile, che riesce a renderti vuoto e inutile. Tutto questo è dovuto alla pesante situazione fra me e il mio dolce amore Cristina, saranno già due settimane, forse più, che il nostro rapporto è cambiato. Niente più dolci frasi sussurrate all’orecchio per timore che il mondo potesse ascoltarci, niente più intensi abbracci fuggevoli; sorrisi di circostanza e dialoghi inutili sono i protagonisti di quest’ultimo allontanamento forzato.
Perché non accettare quelle limitazioni è stato lo sbaglio più grande che avessi potuto commettere, e naturalmente non potevo aspettarmi da lei un ennesimo perdono, benché ogni problema sorto fra noi si fosse sempre risolto grazie a lei. Il mio amore è prigioniero del mio corpo, è stato stupido da parte mia credere che potesse esprimersi senza intralci logici… ma l’ho pregata di non ascoltare la mia ragione. Niente, adesso ho paura di averla persa… specialmente adesso che ha lasciato F. perché ancora una volta esasperata dalla sua possessività; “diamine, ne lascio uno e ne trovo un altro” penserà. Ma io continuo a sentirmi “insensato”, niente riesce ad entusiasmarmi. Ho cercato di parlarle, le ho scritto una lettera ma ancora nessuna risposta. La amo, la amo… ho paura!