Un vortice di particelle color turchese
si fanno strada a fatica
lungo ogni condotto vitale
spostando macchie scure di catrame
liberando paure ancestrali
“la tua mente è rilassata”
lo urlo a me stesso
grido nella mia testa
“non ho paura”
ma quelle campane
continuano a battere sui ricordi impazienti
e mi fanno schiavo
della voglia di alzarmi
Non devo
non posso
resto nel savasana:
coi muscoli tesi
e le mani pesanti
partorisco buchi neri
inchiodato al pavimento come pietra inerte
pausa
sento un fischio
ed il battere di una zampa sulla porta
sorrido
un flauto dolce è il pennello della conoscenza del mondo
il fiato si ferma sulla pancia
respiro profondamente
e dalle dita dei piedi
uno strano freddo si alza fino ad ogni estremità
la testa è calda
sostiene la paura
sussurro a me stesso
abbandonati
e così sprofondo nella mia coscienza
incurante d’ogni paura
carezzo il mio viso
concedo al cuore l’amore in eccesso
mentre un ritornello ossessivo in 7 ottavi
fa breccia sul controllo dell’equilibrio
e in un attimo, giro in tondo
quando uno spasmo in faccia
vi disegna una smorfia
ho raggiunto la fonte del dolore
e quel dolore ha raggiunto me
sospendo il respiro
sorrido senza gioia
mi aggrappo alle ginocchia
e, dondolando, incrocio le gambe
così mi sollevo
trascinato da una nuova consapevolezza
…adesso so
cosa combattere.