I miei bambini
sporcano il pavimento,
talvolta inturgidiscono
ghiandole morbide
fomentando gemiti
di lussuria e dolore
I miei bambini
senz’anima
evocano piaceri perduti
a creature castrate
che si perdono tra gli odori
d’indefiniti caratteri
E così accesi la mia cicca
portando in alto
la fiamma luminosa
d’uno Zippo isterico
nel mentre
otto malvagi fantasmi,
donne con pelle olivastra
e lunghi capelli neri,
si acquattarono sopra le mie parti
immobilizzandomi al terreno
ed insieme si piegarono sui miei occhi
con un ghigno malefico
fu quando le campane suonarono
che desiderai
d’essere l’humus di un terreno
per dare nutrimento a fiori ed erba
e non sentire altro
che il crescere impetuoso d’una rosa blu.
La paura
celebra le sue indegne spirali
facendosi annunciare dai ritmi disordinati
delle campane
e così i miei bambini
permeeranno la bianca cellulosa
per raggiungere il maleodorante pozzo
colmo di convinzioni ridotte a poltiglia.