Gaiman sforna ancora una volta il classico libro che vorresti non finisse mai. Come è mia consuetudine non anticipo mai i dettagli della trama per non rovinare la sorpresa a chi deciderà di comprarlo, ed i miei lettori più affezionati sanno che i pochi post che dedico ad un libro (o ad un film) sono di per sè un invito alla lettura a “scatola chiusa”.
Sin dall’inizio il libro mi ha trascinato nel surreale mondo dell’autore costruito con toni scuri e paesaggi burtoniani descritti con uno stile di scrittura che catapulta il lettore in quegli scenari senza che all’immaginazione resti alcuno spazio vuoto. I personaggi poi sono così caratterizzati che durante la lettura riesci quasi ad anticipare le loro mosse ed è così difficile contenere l’entusiasmo e la curiosità per come va a finire che devi sforzarti di chiudere il libro alla fine del capitolo per non finirlo tutto in una sera.
Come Coraline e Stardust, anche Il figlio del cimitero avrà una sua versione cinematografica.
Buona lettura.