Il Quarto Re.

8 Giugno 2003
1
14 minuti di lettura

Le Dinastie

Nella storia dell’umanità le dinastie sono sempre state icone d’importanza e prestigio.
Alcune scuole di pensiero ritengono che proprio in esse alberghino le caratteristiche umane che per destino o virtù si sono guadagnate degli spazi nella storia.
I tempi odierni non lasciano più molto agio alle dinastie, la concorrenza tra individui è già così forte che pensare ad una rivalità più estesa è di per se folle.
Le dinastie hanno due direzioni e a seconda delle quali, acquistano significati diversi.
La prima delle due direzioni è quella che dal passato ci porta a oggi, la seconda è quella che da oggi va verso il futuro.
Qual’è la più importante?
Dipende di punti di vista.
Uno storico darà maggior peso alla prima, e tenderà a sfumare l’attualità.
Studierà tutti i rapporti di contemporaneità e i contesti socioeconomici dei vari attori, determinerà le cronologie degli eventi e attribuirà meriti e demeriti, sulla base di quello che chiamano “elemento storico” che non è altro che un reperto, da interpretare.
Si, hai capito bene: interpretare.
Infatti, la storia null’altro è che un’interpretazione di un reperto, che sia un documento cartaceo, una foto, un vaso o un osso, tutto va interpretato, ovvero inserito in contesto cronologico in cui obiettivo il più delle volte è quello d’essere verosimile piuttosto che vero.
Ora, che relazione può avere un uomo con la sua dinastia?
Certo può in alcuni casi aiutarlo a meglio comprendere il presente, fornendo elementi di gratificazione oppure di mesta vergogna, secondo delle azioni dei propri avi.
Tutto sommato l’uomo nei confronti del passato ha prevalentemente una sensazione di frustrazione, dovendo passivamente subirne gli effetti, senza che la sua volontà e azione possa modificare alcun che.
Prendiamo ora in considerazione la direzione numero due; ovvero il futuro.
Grande il fascino che il futuro ha sempre esercitato sull’uomo, potrei dire che il futuro muove le persone e fa la storia.
È per il futuro che si hanno paure angosce o aspettative, e quindi per il futuro che si lavora, che si progetta, che si costruisce, al fine di proteggerci e tutelarci.
È nel nostro futuro che dobbiamo prima o poi andare, non possiamo sottrarci, non possiamo mandarci la nostra controfigura, e neppure possiamo rompere tutti gli orologi del mondo per fermare il tempo.
E cosa ci aspetta nel futuro?
La maggior parte delle energie a disposizione l’impieghiamo in questa direzione, ma per quanto facciamo, per quali siano le tecnologie in gioco, siano le più sofisticate utilizzate dalla NASA per calcolare se un asteroide possa mettere fine al capitolo “pianeta Terra”, o siano le più tribali di una lanciatrice di carte che ci predice se quella del piano di sotto s’innamorerà mai di noi, i risultati sortiscono solitamente a ben poco.
Sul mio personale cartellino il futuro conduce 1 a 0 contro l’umanità e credo anche che sarà impossibile un ribaltamento dello scenario.
Ma, l’uomo che non dorme mai (per effetto dei fusi orari) ha trovato una soluzione, o meglio un escamotage.
Ha pensato di fregare il futuro prolungandosi oltre ad esso; è così che ha inventato la procreazione.
Ed ecco che la limitatezza dell’individuo che nella vita troverà chissà quali avversità e ostacoli, viene riscattata dalla sua prole, che diffondendosi sul pianeta, vendica le avversità che il futuro ormai passato ha riservato ai suoi avi e ristabilisce dignità onore e fama all’Uomo.
Il Primo Re

Ero ancora alle superiori, quindi giovane inesperto e senza soldi, con la ragazza si sperimentava ogni cosa, tra cui il sesso.
Come capita sia ai più, che ai meno furbi, un giorno uno spermatozoo più intraprendente, tentò con successo di fregare il futuro.
Fu veramente un brutto momento.
Il senso di responsabilità, l’etica, la morale erano tutte schierate in parata, noi tapini piegati in due dallo sconforto e frustrati, ci siamo battuti tra ogni piega delle possibilità.
Essendo obiettivi, non erano poi tante le possibilità; tenerlo, e salvare il Re (che oggi avrebbe 25 anni), o salvare la nostra gioventù (che oggi altrimenti non potremmo raccontare).
Le problematiche sull’aborto i dibattiti che da anni riempiono libri, giornali e TV non attribuiscono sufficiente merito all’argomento.
Non voglio parlare ne del mondo radicale ( al quale va tutto il mio rispetto) ne del mondo della chiesa ( al quale va tutto il mio biasimo), voglio solamente parlare di ciò che ha rappresentato per me.
Non ricordo esattamente quelli che furono i ragionamenti e le valutazioni di carattere logico che facemmo, ricordo che però prendemmo una decisione in accordo.
Sono anche certo che fu un grave errore.
Per anni e tutt’oggi ci portiamo dentro un senso di insoddisfazione, un amaro che nulla può e potrà mai addolcire e che per quanto mi riguarda rappresenta il mio unico rimorso.
Cos’è una vita?
Quando si può iniziare a chiamarla tale?
Queste sono solo stupide domande per speculazioni intellettuali, ciò che conta è l’atto in se, la scelta, la posizione nei confronti della Vita come Dono Supremo.
E se sbagli lo sai subito, in modo chiaro e netto, non ci sono ne giudici ne giurati, non esiste il tribunale, ne i tomi delle leggi, sei solo tu e la tua coscienza.
La coscienza è un dono innato, non la compri in nessun negozio, non la fai crescere in nessuna palestra, non puoi ucciderla in nessun mattatoio.
A Lei non puoi mentire, a Lei non puoi nasconderti, con Lei non puoi prendere tempo.
Se sei in grado di ignorarla per tutta la vita allora fregatene, cadi nell’oblio delle circostanze attenuanti, rovesciati addosso i vassoi dell’egoismo, trangugia ai boccali dell’indifferenza, elevati sul trono dell’ipocrisia, ma … non vacillare mai, se per caso dovessi anche per un attimo voltarti, se solo per un secondo, il dubbio ti assalisse allora la tua vita non sarà abbastanza breve per le sofferenze che dovrai espiare.
Ognuno porta il fardello delle sue scelte, anche se alla stessa scelta possono corrispondere fardelli diversi.
Questo significa che in realtà non c’è una risposta fissa al quesito, ma esiste una risposta fissa per ognuno di noi.

Il Secondo Re

Era una situazione mista tra volerlo e non volerlo. Avevamo entrambi una profonda paura di non meritarci una seconda occasione.
Ma il destino ci fece il regalo e arrivo il Secondo Re.
Fu una gravidanza tranquilla, senza problemi, e dopo una notte di travaglio venne alla luce con decisione, uscì come un tappo di spumante, tanto che quasi gli cadeva di mano all’ostetrica
Era un Re femmina, un topolino di 3.2 Kg.
La mia vita si fermò in adorazione di tanta meraviglia in miniatura.
La tenevo nel palmo della mano, e la facevo volare come un gabbiano libero nel cielo.
Ricordo con infinito piacere le poppate notturne, dove quasi geloso degli sguardi altrui, mi chiudevo nella sua cameretta e stavo ad osservarla per ore, sentivo l’energia pulsare, una notte ho visto persino l’aura.
Essere padre non è facile, tutti i genitori prima o poi entrano in crisi in merito alle scelte da prendere.
Per me non è stato così; fin dagli inizi ho sentito una spinta naturale, era come se una mano mi guidasse, non ho mai badato a quello che la gente pesasse e dicesse, ho fatto le mie scelte in totale e libero arbitrio, facendo solo quello di cui ero convinto, agendo solo se era necessario, decidendo per quello che potevo capire.
Da un angolazione etica, moralista e sociale, ogni mia scelta è stata contro corrente, pare che abbia un dono naturale per questa direzione.
Non potevo quindi manifestarmi un altro modo anche in qualità di padre.
Tutto è iniziato con le vaccinazioni, alle quali mi sono opposto perché mai convinto della loro efficacia ed utilità, anzi ero veramente preoccupato per la loro pericolosità, si instaurò quindi con le pubbliche amministrazioni un braccio di ferro che dura ormai da 14 anni, con tanto di emissioni di ordinanze sindacali, minacce di sospensione della patria podestà con vaccinazione coatta del minore, denuncia al tribunale dei minori, avvocati, carte bollate, e oltre allo stress e alle perdite di tempo, una sostanziosa copertura economica per tutti i costi.
Credo però di aver vinto, perché le mie figlie non hanno subito a oggi alcuna vaccinazione, e per il solo dovere di cronaca sono le ragazzine più sane della scuola e della cerchia di amici e conoscenti.
E il battesimo? Niente da fare anche per quello, dicasi la stessa cosa per comunioni e cresima.
E i dottori/ospedali/medicine? Niente da fare, le mie figlie non hanno mai avuto il pediatra, non hanno mai preso un antibiotico, neanche una goccia di tachipirina.
Credimi qualche raffreddore influenzetta, mal di pancia vari ci sono stati, ma ho sempre risolto tutto con l’omeopatia, che diligentemente ho studiato e applicato per anni.
Ora il Secondo Re ha 15 anni, è una meravigliosa ragazzina, simpatica e piena di voglia di vivere, con un’elevata maturità e una buona capacità psicologica e relazionale.
È cresciuta ed è diventata esattamente come me la immaginavo, non ha tradito minimamente le mie aspettative, è stata quasi una proiezione dei miei desideri.
Ringrazio Dio per il dono, e sono fiero di esserne il padre.

Il Terzo Re

Quando il Terzo Re si annunciò, la madre era in piena crisi.
La responsabilità del Secondo Re, due anni di apprensiva maternità avevano lasciato il loro segno.
Al solo pensiero di dover ricominciare tutto da capo l’atterrì, era senza energie e terrorizzata dal futuro.
Echeggiò nuovamente la parola “aborto”.
Non pensai neppure un momento a questa possibilità, sapevo che in fondo anche lei non lo voleva, cercava solamente una rassicurazione, una protezione, un sostegno.
Feci appello a tutte le mie forze e capacità di persuasione, lentamente le nuvole nere si diradarono e lasciarono filtrare i primi raggi di sole.
Fu breve la burrasca, l’amore per i propri figli va oltre le pigrizie e gli egoismi, fu un’altra gravidanza trascorsa tranquillamente e senza problemi.
Eravamo così felici e fiduciosi che programmammo addirittura il parto in casa.
Fu un’esperienza indimenticabile: con il supporto di un’amica ostetrica, organizzai la futura cameretta del nuovo Re in arrivo, quando l’ora del parto si avvicinò, tutto era pronto: la pentola dell’acqua bolliva sul gas (come si vede nei film western), le lenzuola di servizio erano state avvolte nel foglio d’alluminio e sterilizzate nel forno della pizza, la cameretta era ben riscaldata, le luci soffuse, un materasso sul pavimento, la macchina fotografica sul cavalletto già puntata sulla zona operativa.
Del Terzo Re apparve un ciuffo premonitore, l’ostetrica tastò sapientemente la parte ma non riuscì a celare un attimo di tensione.
Gli chiesi cosa non andasse per il verso giusto, e lei mugugnò un “… no, niente…” che proprio non mi convinse, afferrò una garza la pose sulla parte di testina in vista e tentò di ruotarla senza però riuscirvi
A questo punto mi guardò un po’ preoccupata e mi disse: è retroversa sacrale, ovvero invece di uscire con il viso verso l’alto, si presentava con il viso verso il basso.
Come è noto, questa modalità comporta una certa problematica nell’espulsione, se la si considera in un ambito ospedaliero, figuratevi a casa.
La madre dovette spingere tantissimo, quasi allo sfinimento, non fu una facile situazione, ma alla fine la testina del Re uscì.
Io la sostenevo con una mano, mentre l’ostetrica con una mossa repentina, infilò un dito dietro al collo del Re, entrando all’interno della madre e agganciò il cordone ombelicale che faceva un giro attorno al collo stesso.
Con fare esperto tirò all’esterno il cordone e gli fece scavalcare la testina.
A quel punto, lentamente tutto il corpicino scivolò fuori, e il Re cominciò a cantare.
Un’altro Re femmina.
Fu adagiato sul ventre della mamma, ove si rannicchio spontaneamente mentre io continuavo con una sola mano a fare le foto.
Lì, in quella posizione stava bene, il suo pianto era quasi un esile lamento, la mamma sfinita dalla prova con dolcezza l’avvolgeva tra le mani, l’ostetrica anch’essa provata dalla tensione e dalla responsabilità si stava lentamente riprendendo, io ero paralizzato dall’emozione, non riuscivo a parlare, fissavo quell’immagine che porterò nel cuore per sempre.
Ad un tratto mi ridestò l’ostetrica, il cordone ombelicale aveva finito di pulsare, mi porse la clip e le apposite forbici e mi indicò il punto ove praticare il taglio, questo è il primo atto d’ indipendenza di un essere umano, qui il Re viene incoronato e assume i suoi poteri.
Ricordo ancora la mia mano tremante e il suono stridente della lama che recide i tessuti, un brivido corse lungo la schiena, ero consapevole del gesto, sapevo che non era solo un’esigenza biologica, e sapevo che non era solo un atto simbolico, sapevo che stavo celebrando la nascita di un essere umano, prolungamento della mia vita nel futuro, seme della mia dinastia, …lunga vita al Re.
Oggi in Terzo Re è una bellissima ragazzina di tredici anni, sensibile, generosa, dotata di una grande capacità artistica.
La bontà d’animo e il suo lasciapassare per il mondo, sono felice e fiero di essere suo padre.

Il Quarto Re.

Ed ecco, che quando meno me l’aspettavo il destino escogita per me.
In cantina ho riposto da anni carrozzini, passeggini, biberon e tettarelle antisinghiozzo.
La mia prole sta muovendosi velocemente verso l’indipendenza, verso il mondo degli adulti.
Quasi non credo che possano essere collegate agli antichi ricordi del mio cuore: ora sono quasi delle donnine.
Ma ad un tratto accade: il mio cuore sussulta, si gonfia e impazzisce.
Sono trascinato per la prima volta nella mia vita in una esperienza d’amore totale, profonda inesauribile.
Un Amore di quelli che non fanno dormire, che non fanno mangiare, dove lo stomaco si torce e ti rendi conto che stai soffrendo ma sei incapace di qualunque reazione.
Non credevo che esistessero sentimenti di questa natura ed intensità.
Sono stato colto di sorpresa, la mia vulnerabilità era massima, Cara Lu mi sei entrata dentro l’anima, Ti sei radicata in ogni mia cellula e sei diventata parte di me.
Lu, Ti Amo con tutte le mie forze, vorrei gridarlo al mondo, vorrei vivere con Te, starti accanto, proteggerti e coccolarti.
Ma non è possibile, il nostro purtroppo è un amore clandestino, i momenti in cui ci possiamo incontrare sono rari, brevi e rubati.
Felicità e infelicità si toccano secondo le leggi del Taoismo.
Il nostro Amore è però così grande e potente che nei brevi momenti in cui ci troviamo viviamo un esperienza magica, totale, avvolgente.
Un secondo del nostro amore può ogni cosa: fermare il tempo, dilatare lo spazio, generare energia, chiamare gli Angeli.
Infatti contro ad ogni previsione scientifica, contro a ogni possibilità sincronica, contro a tutto e tutti, il Nostro Amore ha chiamato un Angelo, che senza indugio alcuno, risucchiato dal vortice dei nostri sentimenti è sceso sulla terra per riscuotere il suo tributo: essere incoronato Re.
Facendo un serio esame di coscienza, devo ammettere che rincominciare con pannolini e biberon non mi mi fa esultare dalla gioia; credevo di aver già fatto la mia parte.
Ma il Quarto Re va salvato e nessuna egoistica pigrizia ostacolerà il suo regno.
Non lo posso permettere!
Nella mia mente un pensiero rigira ossessivo: se ho avuto già due Re, ovvero due figlie così stupende e meravigliose, da un rapporto d’amore diciamolo pure non eccezionale, dal Quarto Re che è puro figlio dell’Amore cosa dovrei attendermi?
È se portasse un messaggio speciale?
Oppure è l’evento in se ad essere un messaggio?
Domande, domande e ancora domande!
La mia mente non sa decidere, ma il Cuore lo ha già fatto.
Ma il grande fardello lo porti Tu, Lu Amore mio, un sogno inseguito per tanto tempo improvvisamente manifesto.
Questo sogno però ha qualcosa di particolare, è riflesso come in una specchio, le cose sono rovesciate.
Tutto appare così nitido, perfetto e reale ma se allunghi una mano per toccarlo, incontri solamente la superficie fredda del vetro, e ti rendi conto che l’immagine è solo una rifrazione della realtà, uguale a come te la aspettavi, ma non come te la aspettavi.
Un’ immagine allo specchio ove gli elementi sono invertiti, tutto ciò che è bello diviene negativo, ciò che ti è dato lo devi abbandonare, ciò che vuoi ti è negato, chi Ami ti fa soffrire e chi non ti ama ti possiede.
Arduo trovare la soluzione: mente e cuore non possono concepire un compromesso, uno dei due deve soccombere per liberare la strada all’altro.
Il tempo è contro, il suo passare deve essere compensato dalla crescita del coraggio, come quando un dardo ti si avvicina velocissimo e tu ti prepari a schivarlo, sai che più ritardi e maggiormente veloce e preciso dovrà essere il tuo movimento, più il dardo si avvicina e maggiore dovrà essere il tuo coraggio.
Amata Lu, so che alcune parole che ho scritto ti hanno fatto male, Ti chiedo perdono, ma non ho trovato altro modo di esprimermi.
Ciò che è contenuto in questa lettera è una parte della mia vita, l’ho scritta con il cuore (e con qualche lacrima).
Ora la mia vita e strettamente intrecciata con la Tua; quando alcune settimane fa ridavamo sulle numerose cose che ci univano , mai avremmo pensato di trovarci così repentinamente e strettamente legati.
Un legame così forte può essere soffocante, se la coppia non ha forti basi, si possono generare spaccature nel rapporto.
Il nostro Amore è invece il forte collante che ci unirà ancor più fortemente.
Dal primo momento che ti ho visto sei stata per me un raggio di luce, che mi ha folgorato: non voglio tornare nelle tenebre.
Fai che nel tempo possa essere il tuo cavaliere, fai che possa stare al tuo fianco con pieno diritto e non da clandestino.
Per quanto riguarda il mio Quarto Re, ovvero il Tuo Primo Re, pensavo di essere in grado di poter prendere una decisione con facilità, ma questo di fatto è impossibile.
Non posso nasconderti che sono molto confuso, non per quanto personalmente mi riguarda, ma per Te e i Tuoi legami, dei quali non solo ho una blanda conoscenza, ma non ho alcun diritto di giudizio.
Questo di fatto mi rende impotente, e incapace di aiutarti come vorrei, ed è per me l’aspetto più triste e difficile da sopportare.
Cara Lu, sappi però che qualunque sarà la Tua decisione, io sarò al Tuo fianco, accetterò senza commento alcuno il Tuo volere, cercherò con tutte le mie forze di aiutarti e sostenerti, e in merito alla comprensione per la Tua decisione,… ho già compreso.
Mia Adorata, molte delle cose che ho sopra scritto, già le sai o ne abbiamo discusso, ma ho voluto però ribadirle, perché ho la sensazione che la nostra comunicazione, causa la distanza e le conseguenti difficoltà sia frammentata e a volte parziale, ma una cosa ancora non Ti ho mai detto e colgo l’occasione per scrivertela ora: Ti Amo, in un modo speciale, è un Amore doloroso, un Amore che disorienta, un Amore che non sazia, un Amore che mi rende irrequieto, un Amore che mi fa soffrire, un Amore che a volte il mio cuore rifiuta per difendersi, un Amore che lacera la mia anima.
Qualche volta, nello sconforto più profondo, ha persino pensato di sottrarmi al nostro rapporto, perché il dolore era incontenibile, troppo forte e tagliente, non potevo sopportare un altro minuto senza poterti sentire, vedere, fondermi nel Tuo sguardo.
Sono passati solo due mesi da quando ti conosco, ma e me sembrano cento anni, devo avvertirti che non sono preparato a sostenere una così intensa esperienza, il mio cuore e la mia mente non riescono a trovare un sereno equilibrio, ogni istante senza Te mi sembra una maledizione, uno spreco di gioia e felicità, una scintilla Divina banalmente utilizzata.
Da quando poi porti in grembo mio figlio, tutto si è ulteriormente amplificato, le mie giornate passano lente a abuliche in attesa di poter scambiare un sms e di sentire per qualche minuto la Tua voce, tutto nell’attesa di poterti incontrare.
E qui scatta la magia, quando ti incontro, per i primi istanti entro come in uno stato di ibernazione, tutto rallenta, cuore, mente e corpo si devono come riallineare, prendono ad interagire tra loro in armonia, e la dolcezza che emani, l’Amore che mi dimostri, le vibrazioni del Tuo corpo, cancellano improvvisamente tutte le nubi nere che mi avvolgono.
Questo è il miracolo dell’Amore, bello da sentire raccontare o leggere in un libro, tremendo e meraviglioso da vivere.
Stupenda Lu, l’uomo che hai incontrato è forse molto diverso da come lo vedi, forse è meno gentile e delicato nella quotidianità, forse è meno capace e saggio nella vita.
Sappi che non ho posto ne filtri ne atteggiamenti strategici tra noi, mai nella mia vita ho parlato apertamente con qualcuno come con Te, mai ho amato qualcuno come Te, mai ho sofferto per qualcuno come per Te.
Scrivo questo non per giustificarmi, ma per rassicurarti, voglio che tu ti possa fidare completamente di me, che Tu possa abbandonarti sapendo che io sono vigile a sostenerti e per quanto possa riuscire ad anticipare le Tue esigenze.
So che hai ancora qualcosa nel cuore che mi devi dire, (anche se lo neghi….) qualcosa che forse neanche Tu sai, deve forse ancora emergere, ma quando accadrà sarà bellissimo per entrambi.
Il mio cuore per Te è e sarà sempre aperto.
Se il dono più bello ed illuminante che abbia mai ricevuto, Ti Amo

1 Comment

  1. Sai, voglio credere che la paternità, un figlio, possano essere le cose che danno senso alla propria vita, che non ti facciano sentire una creatura di passaggio su questa terra, che possano avvicinarti ad un Dio che sembra essere troppo lontano per occuparsi di noi e delle nostre angosce. Vorrei credere profondamente nella possibilità di innamorarsi di nuovo anche quando credi di aver trovato la donna giusta e, con giusti o meno compromessi, hai già progettato di trascorrere la vita con lei; non riesco ad accettare invece che questo nostro mondo ignori il singolo e non dia valore alla vita di ognuno se non quando possa esaurirsi in un caso eclatante di cronaca o in una battaglia di ideali. Dico questo perchè cerchiamo in ogni modo, tutti i giorni, di comunicare con gli altri, lo facciamo in rete, lo facciamo nel posto di lavoro e poi scopriamo che spesso gli altri ci ignorano… ci rifugiamo nell’amore e nei pochi amici che restano, quando si diventa grandi, credendo fortemente che quelle poche persone possano rappresentare il mondo intero… penserai, che c’entra questo? Rispondo: sto sbagliando tutto? forse dovrei provare tali emozioni ed esperienze prima di giudicare ed emozionarmi per quelle altrui … sicuramente si… i quattro re, una dolce rappresentazione di una vita che acquista senso!!

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Articolo precedente

Vita sprecata

Prossimo articolo

Fermiamo la lapidazione di Amina

Le ultime da Le vostre storie

Vorrei capire..

Le crisi, anche quelle più dolorose, non significano necessariamente rottura, ma spesso implicano una crescita, un superamento delle difficoltà grazie ad una

Rebirth

La stagione dell’amore viene e va, i desideri non invecchiano quasi mai con l’età. Se penso a come ho speso male il
TornaSu