ANItA … capelli biondi come l’oro e occhi verdi come i prati
PIERO … alto e possente, lo sguardo fiero e i capelli neri come la pece.
L’Assassino una delle tante anime perdute abbandonate al mondo…
Piero quella sera era lì per rivelare ad Anita di aver perduto il suo amore in fondo ad un pozzo, Anita invece si trovava con lui per confidargli che in grembo portava il loro bambino, l’assassino da parte sua li aveva seguiti dal crocevia che dalla strada portava al sentiero verso il mio bosco. Ho cercato di avvisare i due che un terzo li stava spiando da dietro un albero, ma gli uomini si impauriscono se di notte un gufo rotea la testa ed emette il suo richiamo.
"Piero" – "Anita" esclamano i due all’unisono per poi sorridere subito dopo. "Piero!", continua Anita, "ho da dirti una cosa". Piero in cuor suo sperava che Anita stesse per dargli il cosiddetto ben servito, qualcosa del tipo "Ho incontrato un altro" o magari più semplicemente"non sono più innamorata di te", ma quando lei gli rivela che il test aveva portato alla luce la verità di un inattesa e quantomai inopportuna piccola creatura che portava dentro, Piero resta di sasso. Anita confidava che da lì a poco l’avrebbe abbracciata per dirle: "Nostro figlio!! Mi stai dicendo che porti in seno un figlio che ci ha donato il cielo?!", ed invece Piero era restato nella medesima posizione per un minuto intero, senza avere il fiato per pronunciare alcuna frase o la volontà per compiere qualsiasi azione. "Lo sapevo" dice lei "non lo vuoi… ma non importa, Piero, non importa… non voglio che questo bambino viva come frutto di un errore. Abortirò…". Piero abbassa lo sguardo e si drizza sulla schiena: era stato penzoloni e con gli occhi spalancati verso di lei per tutto il tempo. D’un tratto sembra stia per parlare, gli occhi di Anita si illuminano in attesa di una parola che… che non sarebbe arrivata… già, Piero non riusciva a pronunciare alcuna parola. Le voleva bene, su questo non c’erano dubbi.. almeno credo… tuttavia volere bene non significa necessariamente amare, e seppur sia più facile innamorarsi che volere bene, cosa ardua è di sicuro abbandonare una persona che non si ama e che tuttavia si vuole bene.
L’assassino invece, accovacciato dietro un albero come un animale pronto a colpire, non voleva bene a nessuno, neppure a sua madre.
"Piero? Piero? Piero??" – Piero proseguiva nel suo silenzio, sembrava instupidito… beh, magari non è molto intelligente, non l’ho mai visto prima d’ora. "Piero, dimmi qualcosa, abbracciami Piero… dimmi che affronteremo questa cosa insieme", qualche lacrima scende dal viso dolce di Anita che singhiozza silenziosamente.
L’assassino invece se ne sta lì ed ascolta con indiscrezione i loro discorsi, sembra interessato. Di sicuro l’assassino non si vergogna di niente, la scorza dura e nera che avvolge il suo cuore non permette ai sentimenti di filtrare.
"Anita", Piero si era scosso ed Anita non osava interrompere la sua esclamazione per paura che si bloccasse nuovamente, "Anita, non ti amo più". Non avrebbe potuto dirlo in maniera peggiore, era una frase di 4 parole ma arrivava dal cielo come una mazzata violenta e ben assestata. Povera Anita, povera ragazza.
Oramai la scenetta aveva assunto quel pathos tipico dei romanzetti rosa che voi donne umane amate leggere; se solo l’assassino non fosse piombato lì in mezzo così repentinamente, la storia sarebbe davvero diventata avvincente… magari lei gli avrebbe detto "Piero, non posso credere che non mi ami più, dopo tutti questi anni…" e Piero: "Il nostro amore è fermo a quello che abbiamo vissuto nell’arco dei primi 6 mesi, poi si è trasformato, è diventato un amore di routine, una roba che serve solo per non pensare. Tutta la magia è stata scacciata da qualcosa chiamata abitudine…" e così via: a domanda segue risposta secca. Purtroppo, come ho detto prima, quel pazzo maniaco guastafeste aveva cambiato decisamente il naturale svolgimento di quella storia. Armato di coltello il fetente colpisce Piero al cuore nel momento in cui si gira verso di lui per difendersi, o difendere Anita. Sfortunatamente gli assassini hanno sempre riflessi e agilità superiori agli uomini comuni che non devono combattere ogni giorno con gli spettri dell’abisso che racchiude la mente.
Anita avrebbe di sicuro sperato in una fine come quella del suo Piero perchè il maledetto maniaco dapprima le strappa il vestito di dosso, tenendogli la lama del coltello poggiata sul viso, poi la violenta per un arco di tempo che a lei pare infinito: certa gente non riesce mai a completare a pieno un rapporto; ed infine, sfinito per l’amplesso non riuscito, la sventra.
I corpi dei due sventurati giacciono ora su questa terra cosparsa da aghi di pino, quello dell’assassino invece, alimentato dall’odio e dalla follia, vaga per le strade della città, magari è il vostro vicino di casa o un collega di lavoro… la follia può essere ben mascherata.
Attenti a voi, uomini! Le belve sono in minoranza ma assalgono sempre per prime.