Ti scrivo per raccontarti un’avventura di qualche tempo fa. Un mezzogiorno Emanuele mi ha invitato a mangiare a casa sua in campagna. Dopo aver finito di mangiare ci siamo incamminati per le stradine del lotto territoriale Mazinga. Quando la casa non si vedeva più ci siamo confidati ed io gli ho raccontato la storia di Francesca. Dopo un po’ di strada siamo arrivati in un villaggio fantasma e nel momento in cui ci preparavamo ad esplorarlo abbiamo sentito un campanello: erano delle vacche con la mosca al naso, esseri pericolosissimi per chi si imbatteva nella loro strada. Cominciammo a scappare con tutto il fiato che avevamo in corpo e le vacche da dietro ci rincorrevano. Siamo stati costretti a rifugiarci in una vecchia casa e per poco non crollavamo insieme al pavimento. Passato il pericolo siamo usciti allo scoperto ma c’era il massaro pronto col suo bastone per menarci. Scappammo nuovamente e arrivati a casa giurammo di non tornare più in quel luogo maledetto.
Le ultime da Diario
Sono un paio di giorni ormai che cerco dentro di me e ad ogni esperienza di
Domenica: giorno di riposo anche per noi militari (eccetto i poveracci che svolgono i turni di
Tutte le mattine Tutte le mattine, sempre le stesse cose la televisione, strumento del potere io,
Come volevasi dimostrare, la soluzione “restiamo amici” sembra stia naufragando tragicamente, eppure posso assicurarti che io
Qualche secondo fa mi sono trovato a leggere le pagine che scrivevo da bambino. La domanda