Torna maggio, il prato è in fiore.
Le aurette spirano dolci e tiepide.
Chiacchierando scorrono ora i ruscelli.
La rondine torna al suo tetto ospitale,
costruisce svelta la sua camera nuziale,
l’amore vivrà là dentro.
Si dà da fare cercando in giro di qua e di là,
qualcosa di morbido per il letto nuziale,
qualcosa di caldo per i piccoli.
Ora vivono gli sposi vicini e fedeli,
ciò che l’inverno ha separato, riunisce ora maggio,
ciò che ama, sa metterlo insieme.
Torna maggio, il prato è in fiore.
Le aurette spirano dolci e tiepide.
Io solo non posso staccarmi da qui.
Se tutto ciò che ama la primavera lo unisce,
solo al nostro amore non splende primavera
e le lacrime sono tutto ciò che ha.
Prendile dunque, queste canzoni,
che io, cara, ti ho cantato,
ricantale di nuovo la sera
al dolce suono del liuto.
Quando il rosso del tramonto scende
verso il quieto mare azzurro,
e il suo ultimo raggio si spegne
dietro l’alto di quelle montagne;
e tu canti ciò che io ho cantato,
ciò che dal profondo del petto
senza artifizio e studio mi è venuto fuori,
solo ispirato dalla nostalgia:
allora per queste canzoni scompare
ciò che ci ha tenuti così lontani,
ed un cuore amante ottiene
ciò che un cuore amante ha consacrato!