Amore

9 Maggio 1997
1 minuto di lettura

Vola il mio cuore
in cima al monte più alto del mondo
dove ogni uomo può pensarla come vuole
e con orecchie da spia riesce ad udire i discorsi
mai dubitando delle proprie certezze
mai riflettendo sugli altrui cinismi

Di amici non vogliamo saperne
giacché spesso confidarsi
è peggio che rivolgersi a sconosciuti
quando sciocche malignità infestano i giudizi
già deviati, già sozzi di gelosia

Ecco la punizione per chi ha bisogno di primeggiare,
non si sfugge alla malignità dell’uomo comune.

Amore, che strana cosa
mi prende la voglia di provare ancora
forse potrebbe andar meglio
dell’ultima volta.

Mille vetri cascano in pezzi
e mille parti di me piovono sugli occhi degli altri
non c’è fra i tanti
chi è riuscito a cogliermi in maniera completa
qualcuno ha fatto di me una leggenda
qualcun altro mi ha odiato
ungendo del suo giudizio distorto
tanti che lo ascoltavano
perché l’uomo preferisce denigrare l’altro
specialmente se è un dominante… c’è politica anche in amicizia!

Amore, una maschera d’amianto
il monte più alto del mio cuore
non più tristezza
ma gioia… meravigliosa ed illusoria gioia.

Se c’è una sola ragione per la quale morire
allora ditemi, ditemi qual è
perché non so
no so che ci faccio qui.

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Articolo precedente

La macchina

Prossimo articolo

1 Gennaio 1998

Le ultime da Frammenti Notturni

Amore/Odio – Odio/Amore

chi per primo ha parlato d’odio e amore? chi ha distinto in due parole l’umano sentire? dov’è il giusto? dov’è il perfido?

Sfogo

Vorrei poterti parlare di me stupido uomo, amante egoista per strapparti quella corazza di superficialità unica difesa della tua gretta spiritualità. E

Hnos

Strano figurarsi una giostra senza figure ma con assi verdi di ferro; la mano s’imbratta di ruggine e la fanfara annuncia a

o mio signore

o mio signore che triste te ne stai su nel cielo a mirar le rose e il fango ed il mio viso

Zero

Mi fermo sosta di un viaggio acido sopra un fiume di fumo arguni scendono in picchiata splendenti armati di macchie sonore stridenti
TornaSu