Suite da un viaggiatore: secondo lp di Nicola Randone
Quando l’attesa per un nuovo disco – in particolare il successore di un bel debutto – è forte ed esso si presenta anche ricco esteticamente, l’interesse è davvero elevato. E’ con tale interesse che abbiamo accolto “Nuvole di ieri”, il secondo lp di Nicola Randone.
Il giovane musicista siciliano ritorna con un bel secondo disco, sequel dell’esordio “Morte di un amore”, album che ci aveva stupito per l’unione di due linguaggi, quello cantautorale e l’altro del rock progressivo. Il nuovo album segna una piccola svolta, già individuata nel brano che, con la band dei Tempore, Nicola aveva composto per il progetto “Kalevala”: l’asse compositivo ruota con maggior decisione verso la componente progressiva, raggiungendo però un invidiabile equilibrio tra i due poli.
“Nuvole di ieri” è, come recita il sottotitolo, una “Suite da un viaggiatore”: è ispirato ad un tema nobile, il viaggio, quello di alcuni amici in partenza alla volta dell’Olanda. Tema ricorrente nella nostra canzone d’autore e nel rock, ha meritato un notevole sforzo anche da parte della Electromantic di Beppe Crovella, nuova label di Randone. La piccola etichetta torinese, dopo Cantina Sociale e Tempore, è molto attenta ai nuovi talenti prog di casa nostra.
La band è composta da Nicola al canto e chitarra 12 corde, Marco Crispi alla chitarra solista, Riccardo Cascone alla batteria. Ospite al basso Daniel Martinez, presenza di lusso all’hammond e tastiere è proprio Crovella. Stupenda la veste grafica, – tra le più suggestive viste negli ultimi anni – con foto e dipinti di Nicola e Franco Cilia.
Come già detto, questo disco segue le coordinate del precedente: nel calare in un contesto progressivo dei lunghi e significativi testi, impreziositi dall’espressiva voce di Randone, il, gruppo stavolta mostra maggiore attenzione all’elemento progressive. E’ un sound sinfonico/barocco tutto italiano, tra Orme, Trip, Locanda Delle Fate e Biglietto Per L’Inferno, che scorre attraversando 18 “stanze”. Ci vengono in mente quelle “di vita quotidiana” di gucciniana memoria: la quotidianità è proprio il “duro scoglio” dal quale l’autore fugge.
Ogni stanza rappresenta un momento di questo viaggio spirituale, ancor prima che fisico. Ci affascinano le figure incontrate (ad es. Regina Mary), le descrizioni poetiche e struggenti, il gioco della memoria e i simboli (come la droga) di questo itinerario di evoluzione interiore. L’album necessita di molti ascolti: superato l’impatto dell’assenza di suddivisioni e la vena naif che affiora in superficie, “Nuvole” regalerà brividi e sorrisi.
Grandi spaccati di rock sinfonico: l’onnipresente e magistrale hammond di Crovella, il giusto spazio concesso alle grintose chitarre, spesso davvero molto aggressive, la voce sofferta di Randone, che può ricordare Alberto Fortis. Non mancano punte hard e episodi ai limiti del metal (vedi la sesta e la nona stanza) e di un oscuro e corale rock psichedelico (l’ottava). Altri, nel finale in particolare (stanze 14 e 15), sono ad alto tasso emotivo. I versi scritti da Nicola sono densi di significato ma spesso spigolosi e poco scorrevoli.
“Nuvole di ieri” è un album di grande intensità e sentimento. Anch’esso ricco delle tante sfaccettature romantiche del suo predecessore, conferma il talento del “prog-autore” siciliano.
Quando il rock progressivo ha un’anima: prestate attenzione.