6° tappa: Grañon – Burgos

6 Settembre 2008
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16 Agosto 2008 (Rifugio parrocchiale di Grañon)

Ieri alle 18 circa sono arrivato alla meta prevista dalla tappa: Santo Domingo.

Solito bel paesino con gli alberghi del pellegrino sparsi per ogni dove e qualche bar. Giusto un caffè e subito un pensiero rivolto alla guida che parla di un bel pueblo subito dopo, Grañon, e della comunità che offre riparo e ristoro ai pellegrini diretti a Santiago.

Dovevano essere solo 7km in più ma sono diventati 12, le frecce gialle che fino ad ora ho trovato sempre sparse per ogni dove, sembravano sparite, o forse ero io a non vederle più quasi che il cammino non volesse che proseguissi.

L’uomo però, di natura arrogante (ed io non sono da meno), sfida sempre la mala sorte (o almeno prova a farlo) e quindi eccomi qui, qualche deviazione in più, un pò di carrettera, ma sono arrivato. Peccato però l’essere arrivato tardi, erano tutti a cena insieme e mi sembrava quasi di disturbare semplicemente assistendo all’atmosfera di convivialità che si respirava dentro… ma subito l’accoglienza dell’ospitalero, un francese, subito a sentirmi ancora a casa tra gente che mi voleva bene: non ti preoccupare, diceva, fai una doccia, ti preparo del cibo e ti siedi con noi… ma non ho voluto disturbare, gli ho detto che avrei fatto la doccia e mangiato un bocadillos al bar vicino; forse avrei potuto davvero assecondare il suo invito, me ne sono pentito quasi subito, il mio imbarazzo era sincero ma ho avuto l’impressione che sia stato percepito altro e cioè il desiderio di starmene per i fatti miei, ma così non era… fortunatamente ho recuperato dopo.

Al ritorno dal bar sono stato subito accolto dal custode della chiesa, un vecchio spagnolo con uno sguardo sereno e pieno di bontà… abbiamo riso insieme cercando di capirci, anche se lo spagnolo è simile all’italiano, per me non è stato facile sin dal primo giorno in cui sono partito, forse non sono predisposto ad intuire il senso di un discorso anche se non comprendo qualche frase… mentre mi intrattenevo con il simpaticissimo anziano si è unito alla conversazione un francese di colore, completamente calvo, al terzo anno di pellegrinaggio (a piedi)… di lui mi hanno parlato come di una persona che ha sempre cento e più consigli pratici per i pellegrini, un italiano mi ha spiegato che non appena arrivato gli ha spiegato come curare le vesciche con ago e filo, ad altri come automassaggiarsi per risolvere problemi con tendiniti e crampi. La notte dormiva sempre all’aperto dentro il suo sacco a pelo, con il suo fedele cane accanto ed una radiolina che si portava dietro: sono stato ad ascoltare sinfonie di musica classica per buona parte della notte, anche se io ho dormito dentro, sembrava risuonassero nella notte come se ci fosse un’orchestra poco lontano ad eseguirle.

Ho visto il pianoforte dentro, mi sono seduto sullo sgabello e… non mi hanno fermato più :)

E’ stato il più bel pubblico che abbia mai avuto, si sono raccolti intorno a me in quella stanza accogliente e appena illuminata da una luce calda come quella di una candela. Ho suonato, cantato, poi ho preso la chitarra e ho fatto la stessa cosa, poi è arrivato l’anziano spagnolo e ha suonato anche lui insieme a me. Intorno solo gente di cuore, i loro occhi brillavano ed ero felice di poter allietare la loro serata con la mia musica, ero davvero felice di poterli fare felice perchè loro stavano facendo felice me.

Era passata la mezzanotte, era il caso di fermarmi, e fortunatamente qualcuno ha avuto l’ottima idea di ricordarmelo perchè avrei passato tutta la notte così… e allora via, andiamo fuori in una vecchia chiesa nel boschetto qui vicino, suona per noi sotto la luna: mi dice una ragazza spagnola. Ed io OK, chi se ne frega, domani pedalerò più lentamente… neanche a dirlo, fuori faceva un freddo boia, ho resistito davvero poco con il mio k-way.

Peccato che il tempo sia stato così limitato, peccato non essere arrivato prima… ecco, questo è un altro limite del fare il cammino in bicicletta… i camminanti solitamente si fermano nei rifugi non oltre le 5 del pomeriggio e così hanno tutto il tempo di stare insieme, parlare, mangiare allo stesso tavolo, io invece arrivo dopo le 21, e ne trovo già una buona parte a letto, e non c’è davvero il tempo di respirare quell’atmosfera magica di convivialità in cui tutti ci stringiamo gli uni con gli altri, e riusciamo a volerci bene anche se è la prima volta che ci incontriamo e forse l’ultima che ci vedremo.

Qui ho raccolto un pò di video sulla comunità

Peccato certi pensieri che di tanto in tanto affiorano, peccato che abbia passato un pò di tempo a guardare il telefono in attesa di una risposta che non sarebbe arrivata.

Ma al bando i pensieri negativi, sta andando davvero tutto TROPPO bene… verso Burgos… ultreia!

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Burgos ore 9 circa del 17 Agosto

Dopo i 70km di ieri per Burgos, l’umore è sceso di parecchio. Ieri, l’arrivo al Montes de Oca e all’Alto de la Pedraja mi ha fatto dimenticare la fatica. Ancora una volta lo sguardo si è perso all’orizzonte, ancora una volta mi sono sentito parte del tutto ed in armonia col cosmo.

Però basta tornare alla città, basta confrontarmi e relazionarmi con le persone delle grandi città, ed ecco l’inquietudine, ecco la triste consapevolezza di quanto sono diversi questi due mondi: quello del cammino e quello della civiltà occidentale… ma il cammino sa bene che la vita non è sempre circondata da bei paesaggi e che le persone non sono tutte speciali, ed insegna ancora, mi insegna ancora: bada Nicola, questo è quello che ti aspetta quando tornerai, è questo quello con cui dovrai confrontarti tutti i giorni.

Forse è ancora presto per aspettarsi un cambiamento, fino ad ora sono stato inondato di emozioni e nient’altro… non ho avuto il tempo di elaborarle, le ho solo accolte per com’erano e mi hanno reso felice.

Ogni tanto prego e chiedo qualcosa per le persone a me care, forse dovrei cominciare a chiedere anche per me stesso.

A volte affiorano ricordi tristi.

Spesso mi commuovo ascoltando le canzoni che ho caricato nel mio Ipod prima di partire, a volte colorano la natura intorno, la portano ad un livello ancora più alto, a volte uso la mia musica quando passo per la carrettera e non voglio sentire il rumore delle automobili.

Mi è capitato di pensare di non farcela, mi capita spesso, ma subito penso che devo andare avanti e basta, e questa è una cosa che non mi è mai successo, è come dire ad un uomo con le gambe spezzate di alzarsi e camminare, e lui lo fa… si alza e cammina!

Adesso mi aspetta la colazione, la giusta energia per andare ancora, verso la prossima tappa.

Ultreia.

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

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