dio non gioca a dadi con l’universo

22 Dicembre 2009
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5 minuti di lettura

In realtà avrei dovuto scriverne circa un mese fa, quando ho cominciato ad osservare l’inflazionata questione sotto una diversa prospettiva. In effetti solo ora mi decido a pubblicare quell’intuizione nata in una fredda sera di novembre, e non per la necessità di un maggior tempo utile per meglio elaborarla, ma a causa della mia incorreggibile e piuttosto seccante pigrizia.

Da sempre il problema dell’esistenza di dio ha disturbato il già fragile equilibrio del mio sonno, vuoi perchè a volte la vita non riesce a darsi il giusto senso, vuoi soprattutto perché è piuttosto triste continuare a considerarsi per sempre solo pezzi di carne condannati ad essere sbranati dai vermi.
Innanzitutto metto le mani avanti e premetto che non è mia intenzione provare in qualche modo cosa ci sarà dopo la morte o che faccia abbia questo dio, piuttosto mi preme semplicemente dimostrare che Dio non gioca a dadi con l’universo.

Le motivazioni che mi hanno portato in passato a negare l’esistenza di dio (vedi della negazione di dio scritto da me medesimo quand’ero giovane) si sono sempre basate su analisi psicologiche della mente umana e conseguenti sillogismi: l’uomo ha sempre avuto innata in sè l’idea della divinità ed è stata solo l’evoluzione culturale a renderla più convincente rispetto al dio sole dei primitivi, e poi l’idea di un dio giusto che si scontra con la malvagità e l’ingiustizia che permeano questo mondo … insomma, tutto sommato argomentazioni più evolute del semplicistico atteggiamento del materialista legato al banale postulato: credo in ciò che vedo e tocco.

Abbandonata l’idea della divinità così come descritta dai manuali del cristianesimo e osservando con rinnovato interesse anche le culture orientali, la confusione ha cominciato ad impadronirsi di me: e chi lo dice, pensavo, che dio non esiste solo perchè se esistesse dovrebbe essere buono e provvedere a noi. Dio può benissimo essere un enorme energia lontana dal nostro mondo ed allo stesso tempo motore immobile, per dirla alla maniera di Aristotele, di tutto l’universo, senza per questo doversi prendere la briga di pensare al breve passaggio delle nostre vite su questa terra. A questo è seguita la teoria dell’infinito e dell’eternità (vedi il post) nella quale mi è parso piuttosto logico supporre che dio potesse essere incapace fisicamente di prendere contatto col nostro mondo per ragioni squisitamente fisiche. Questo aimè non risolveva tuttavia il problema della creazione dell’universo e se dio avesse o meno dato un suo contributo.

A quel punto ho preferito la soluzione dell’agnostico: non ho le prove nè che dio esista, nè che non esista e quindi smetto di pormi il problema. E così ho vissuto per diverso tempo sperimentando occasionalmente illuminazioni spirituali (e mi riferisco agli splendidi momenti vissuti sulla strada per santiago o a Montella dai miei amici frati).

Cos’è cambiato in questi giorni. Beh…  la via dell’agnostico può essere confortante per qualche tempo, tuttavia non è piacevole sentirsi continuamente e per tutta la vita inabili alla comprensione di qualcosa per dei limiti che credo di essermi imposto. In effetti il mio agnosticismo è sempre derivato dalla consapevolezza di non avere prove concrete dell’esistenza di dio e tuttavia di “sentire” dentro me delle suggestioni che non posso spiegarmi in alcun modo se non postulando l’esistenza di cose al di là della nostra comprensione.  Ecco, proprio in questi giorni ho fatto un piccolo passo in avanti, credo di potere con certezza sostenere che Dio esista e che abbia persino coscienza di ciò.

Per arrivare a questa considerazione ho riflettuto a lungo sul problema della creazione e su quello che anche io ho sempre creduto più che logico e cioè che il caos possa generare ordine, che il caso (che non a caso ha solo due lettere invertite) possa generare forme complesse, il tutto secondo un principio deterministico che oggi mi sembra alquanto assurdo. Non è semplice trovare le parole e gli esempi giusti per descrivere la mia sensazione, non sono un filosofo nè un letterato, forse solo un pò poeta, ma ci provo ugualmente consapevole del fatto che come ogni discorso anche questo possa essere confutato con altrettante validissime ragioni. Possibile che il nostro mondo, così come noi stessi, possa essere frutto del caso? Onestamente non mi ero mai posto il problema da strenuo sostenitore della teoria dell’evoluzione di Darwin secondo la quale siamo arrivati fin qui grazie ad un processo di selezione naturale. Eppure non sono riuscito a togliermi un pensiero dalla testa: possibile che la natura sia stata in grado di effettuare tale selezione affidandosi al caso? E allora mi è venuta in mente la lotteria nazionale… (spero di non pentirmi d’aver scelto questo esempio, ma lo scoprirò solo scrivendo :)

Il vincitore della lotteria di quest’anno è stato scelto dalla fortuna (o dal caso), esattamente come in natura solo alcune specie vengono selezionate (o scelte) per sopravvivere rispetto alle altre, perchè è solo il caso che in milioni di trilioni di tentativi determina quale specie è più forte e quale più debole.

Adesso, vi pare plausibile che un’entità assolutamente cieca e abbastanza stupida come il caso possa far vincere due volte lo stesso uomo alla lotteria nazionale? Se nei suoi milioni di trilioni di tentativi il caso sia riuscito a creare da un organismo unicellulare una complessa forma di vita come l’essere umano, allora perchè non farmi vincere due volte alla lotteria nazionale, cosa sono una manciata di biglietti in confronto alla complessità del dna umano. Il caos è disordinato, il caos può aggiustare una cosa (per caso) ma quella stessa cosa che ha aggiustato può sfasciarla definitivamente, e se c’è una possibilità su quasi infinito che l’aggiusti, beh, io credo che la sfascerà, poi magari aggiusterà qualcosa da un’altra parte, ma non sarà quella cellula che farà nascere l’uomo, piuttosto un minerale o una margherita. Immagino che il caso abbia meno possibilità di creare l’uomo da una cellula quante io di vincere ogni anno la lotteria nazionale.

Oggi 26 dicembre 2009 ritorno su questo articolo con ulteriori riflessioni. Eccovi una letturina leggera leggera che spiega com’è formato il dna umano https://ilmondodiart.com/?p=1760; io credo che sia piuttosto arrogante continuare a sostenere che il caos sia il frutto di tale perfezione. E’ come dire di poter gettare sul tavolo tutti i numeri della tombola e sperare che presto o tardi si dispongano in ordine da 1 a 90.  Voglio aggiungere anche una riflessione sulla teoria dell’evoluzione di Darwin che è sempre stata ritenuta come una prova della non influenza di Dio nella creazione di questo mondo. Ecco, credo che per il fatto che ci sia una legge, dell’evoluzione appunto, che provvede alla selezione di una specie in virtù di particolari condizioni, il caso è proprio da escludere in quanto incapace per sua definizione di formulare qualsiasi tipo di schema.

Queste sono le parole che sono riuscito a tirare fuori da quella che è solo una sensazione, la sensazione che deve esserci una forma di intelligenza che ha dato ordine, che ha messo un pezzo di sè in ogni cosa, ed ecco perchè noi uomini riusciamo a percepire concetti assolutamente lontani da noi come l’infinito o l’eternità, ecco perchè anche noi abbiamo la fortuna di poter creare altre forme di vita come tutti gli esseri viventi: abbiamo un pezzo di dio dentro, un pezzo di intelligenza divina che consciamente o meno si adopera per raggiungere la perfezione. Tutto questo si sposa un pò con l’idea del panteismo ma io credo che dio sia in tutte le cose ma che sia anche al di fuori di tutte le cose, e mi piace immaginarlo come un vecchio signore imponente e fiero con la barba bianca che ci osserva dalla dimensione del “non essere” (vedi ancora il post sull’infinito), che a suo tempo ha lanciato una scheggia della sua intelligenza sul mondo, che grazie a questo si è evoluto come lo conosciamo. Tale Dio conosce il linguaggio di tutti gli esseri viventi, di tutto ciò che cresce: le piante, gli uccelli, le fiere, i pesci, gli esseri umani; negare l’esistenza di Dio ed affermare che sia solo il caos che ha determinato la creazione di tutto ciò che conosciamo è solo il frutto dell’arroganza umana che crede di avere il potere di comprendere ogni cosa, che crede di essere superiore a tutte le forme di vita solo in virtù della propria forza creativa e distruttiva, che ritiene che la propria visione del mondo sia la sola possibile.

E se il mio pensiero non dovesse bastarvi, pensate ad Einstein ed al fatto che è stato lui a scrivere in una lettera ad un amico: Dio non gioca a dadi con l’universo :)

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

6 Comments

  1. Credere in Dio non è facile, ma non crederci lo è ancora meno. Sin da bambino faccio a ritroso il percorso della creazione, gli uomini, i loro organi quasi perfetti, le cellule, gli atomi, le particelle sub-atomiche e via indietro finchè la mente può arrivare, ma si arriva sempre ad un punto cieco, oltre il quale non può che esserci un creatore, una energia creatrice che chiamiamo Dio. La materia, il fatto di essere, contrapposto al non-essere (ricorda qualcosa, eh?) genera un dubbio: da dove proviene la materia? Da cosa nasce l’essere, emergendo dalla non-esistenza? Il caos non basta a spiegare, ci vuole qualcosa che esista prima del caos…

    • ciao nick… esattamente… tuttavia l’apertura a questa considerazione non è scontata, alcuni hanno più difficoltà a credere che ci sia un elemento creatore dotato di intelligenza e che tutto sia frutto del caso (me compreso qualche tempo fa)… e questo non dipende dal livello di intelligenza o dalla profondità di ognuno ma solo da una predisposizione naturale, fors’anche una sorta di predestinazione????!!!

      grazie del tuo parere, un abbraccio

  2. Interessante questo post, perché tocchi un argomento a me caro.
    Anche io sono (o sono stato) preso da questa ricerca che, in parte, ha contribuito ad aumentare il mio disagio. Ricerca focalizzata più a trovare un antidoto a un malessere esistenziale che ad altro.
    Mi sono fracassato il cervello per anni a leggere testi di qualsiasi portata: ufficiali, apocrifi, gnostici, filosofici, playboy… fino ad avvicinarmi all’oriente e a toccare con mano altre realtà, come in Tibet o in India. Tante belle dottrine e tanti bei pensieri ma, al di là del messaggio umanitario, non ho mai percepito nessuna spiritualità (d’altra parte mi sono convinto di essere la persona meno spirituale al mondo). Trovo tanti punti in comune nel tuo percorso, tranne per la parte finale dove sei finalmente riuscito a percepire qualcosa (e mi fa piacere per te); io invece ho trovato il nulla.
    …adesso basta con i discorsi seri e pensiamo al video! :-)

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