Com’è fatto l’amore romantico?

17 Gennaio 2013
6 minuti di lettura

Lungi me dal poter sembrare uno dei tanti Buddah che incontri per strada e che vuole a tutti i costi insegnarti la sua lezione di vita. Sono passati i tempi in cui credevo che bastasse leggere le opere di chi mi pareva “realizzato” per credere di giungere allo stesso risultato applicando alla lettera i buoni consigli che potevo ricavarne: tra l’altro non sono calvo e vesto casual per finire assimilato alla fortunata schiera di chi scrive opuscoli di luoghi comuni e diventa ricco.

Oggi, leggendo le bacheche dei social e parlando con la gente, apprendo con tristezza quanto sia raro imbattersi in qualcuno che non abbia concentrato le proprie fedi su di un testo astrologico, su aforismi del Dalai Lama, le psico-magie di pseudo-sciamani o sulle opere (seppur grandissime) di scrittori illuminati. Un tempo c’era la Bibbia a fare tutto il lavoro e ad omologare le coscienze sotto un’unica fede, oggi il mondo consumistico e globalizzato ci ha scaricato addosso altri innumerevoli “manuali del buon vivere” più o meno validi che vorrebbero consolarci dalla realtà di una vita che, evidentemente, ai più appare insopportabile da vivere affidandosi alle sole proprie forze.

Ciò non significa che non bisogna prendere spunto dal pensiero altrui per arricchirsi di contenuti, in fondo la cultura (e non la semplice erudizione) sta in questo: interiorizzare i pensieri che più si adattano ai nostri ed elaborarli in senso personale e con spirito critico. Tuttavia il rischio che si corre a prendere per oro colato le parole di tutti i novelli guru che incrociamo per strada (oggi anche perfetti anonimi che hanno la fortuna di essere condivisi viralmente sui social in maniera capillare) è che si arriva a giustificare le proprie scelte senza più riconoscere, con umiltà, che talvolta si fanno degli errori e basta, o che l’unica scelta possibile non è esente da conseguenze: l'”arido vero” (cit. da Leopardi) è un confronto che bisogna sostenere e delle volte bisogna solo farsi accompagnare dalla sofferenza (cit. n.l. da una dolce amica) prima di abituarsi a ciò che abbiamo dovuto o voluto perdere.

E allora… se incontri un Buddah per la strada, uccidilo!

Al solito mi trovo a fare un discorso generale su qualcosa che mi preme in senso particolare.

Chi conosce il mio lavoro su questo blog sa bene che uno degli argomenti che mi sta più a cuore è quello delle reazioni che ragione e sentimento scatenano nell’animo umano. Nella mia vita ho sempre creduto che conoscere ciò che si prova è il miglior modo per assicurare coerenza alle nostre emozioni ed al contempo protezione dalle delusioni. Purtroppo da qualche tempo a questa parte mi trovo a demolire schemi e pensieri faticosamente costruiti in anni di “seghe mentali”, uno di questi riguarda proprio l’aver creduto che ragione e sentimento siano due entità che possano dialogare fra di loro, che si possa sempre trovare un compromesso che permetta all’una di convivere pacificamente con l’altra. In realtà l'”arido vero” sta nel fatto che quando una di queste parti vince, l’altra inesorabilmente perde.

Da sempre ho pensato all’amore romantico come una semplice combinazione chimica di eventi controllata da “affinità elettive” (cit. Goethe), ed è stata questa svilente immagine che mi ha portato negli anni a trovare giustificazioni razionali, da applicare poi al comportamento, che potessero meglio identificare o controllare ciò che per sua natura è incontrollabile. Quando si cerca di controllare qualcosa, nove volte su dieci lo si fa per paura…  non dico che aver paura sia sbagliato, al contrario, spesso ci permette di non fare troppe cazzate nella vita, però bisogna capire quando la paura di soffrire sta cambiando il modo in cui siamo fatti (cit. n.l.  Cloud Atlas).

Oggi provo rabbia a leggere nella bacheca di una persona che mi è molto cara, l’aforisma di uno dei tanti Buddah… – che nello specifico dovrebbe esser mandato a miglior vita nel modo più cruento possibile così da scoraggiare proseliti ed emulatori – …  che scrive che devi scappare da chi ti ama perchè ne ha bisogno, di chi dipende da te, e devi scappare anche se ti accorgi che stai amando qualcuno perchè dipendi da lui, o perchè ne hai bisogno… e ancora che amare qualcuno significa farlo senza averne bisogno, insomma che questo amore è come una cosa che ti  capita mentre sei al cesso e hai solo bisogno di evacuare, e allora arriva, e te lo prendi perchè in realtà hai già fatto la cacca e quindi non hai più bisogno di niente… e non è finita, se poi chi ami ha degli amici che non ti piacciono, beh… se non riesci a farteli piacere per forza allora fanculo la coppia, e se è l’altro invece a non sopportare i tuoi amici, allora sbaglia perchè non fa niente per accogliere il tuo mondo, e quindi è un bene mandarlo a calci nel culo fuori dalla tua vita… Ma di che stiamo parlando? C’è una parola per tutto questo e si chiama amicizia.

Apro una parentesi, fate finta che un vostro amore perduto pubblichi una cosa del genere sulla sua bacheca, e per di più con la privacy a zero così la vedete… non vi viene voglia di uccidere il Buddah? Nessuno dovrebbe giudicare il sentimento di una persona per un’altra, è giusto che sia una cosa riservata agli interessati. E poi la critica alla dipendenza, al bisogno… posso capire se la tua lei s’innamora di un altro e ti fa capire chiaramente che non ti ama, va avanti nella sua vita e tu sei ancora lì a sbavargli dietro… dopo qualche anno si, può anche essere qualcosa di patologico, ma non è dipendenza… la parola ancora una volta è un’altra, si chiama ossessione. Per quanto mi riguarda è bello avere bisogno di una persona, aver bisogno di amarla, o fors’anche aver bisogno di amare e basta… anche nutrirsi è una dipendenza, eppure grazie a questo evitiamo di morire prematuramente.

E allora… lo facciamo fuori ‘sto Buddah?

Polemiche a parte per le quali spero un giorno di poter essere perdonato, non sono mai stato bravo a capire i miei sentimenti per qualcuno, e questo a causa dell’ossessione compulsiva di trovare per forza un motivo a quel qualcosa d’immateriale ed irrazionale che come tempesta è in grado di strapparti la libertà di scelta e la coerenza intellettuale, che come niente può distruggere le famiglie e traumatizzare i bambini perchè la loro mamma non vuole più bene a papà o viceversa.

Oggi più che mai torno ancora sul vecchio e collaudato metodo che dovremmo mettere in atto sempre quando ci rendiamo conto che le risposte portano sempre ad altre domande: semplificare accedendo all’esperienza!!

Probabilmente eravamo immaturi per renderci conto della grandezza di alcune cose, sicuramente non avevamo la forza per riconoscere i nostri errori, ma eravamo giovani, e quando ci innamoravamo lo sentivamo nel cuore e non ci chiedevamo altro. Poteva trattarsi della più grande bagascia della città, come di una bigotta che ce l’avrebbe data solo dopo il matrimonio, poteva trattarsi di una stupida o della persona più intelligente che avessimo mai incontrato, un alieno in forma femminile, il demonio in persona… in realtà non avevamo bisogno di chiederci perchè amavamo, sapevamo solo che potevamo annegare in quegli occhi e scioglierci come burro ad un suo sorriso, eravamo sicuri che ogni giorno era bello solo perché potevamo vederla o anche sentire la sua voce per telefono. E poi il sesso che diventava una parola brutta (perchè quella giusta è fare l’amore), e ancora quel senso di appartenenza all’universo quando dentro una macchina, dietro un albero o nel bagno di una discoteca riuscivamo a sentire d’essere una cosa sola, un’unica potente entità soprannaturale capace di spostare le montagne; e poi vedere le stelle del firmamento nei suoi occhi innamorati di una forma che conosci solo tu, due finestre sul paradiso che mentre fate l’amore si accendono di quella luce che non riuscirai mai a dimenticare e che ti sembra brutale ed insensato aver perso per sempre.

Che ne è stato di tutto questo, perchè oggi ci illudiamo che essere adulti e maturi significa diventare più selettivi, perchè pretendere di poter amare una persona solo se la stimi, solo se ha i tuoi stessi gusti e se ti piacciono i suoi amici o i suoi genitori.

L’amore romantico non è mai stato questo! Quello che ti fa venire le farfalle allo stomaco non è sapere di avere davanti la persona con cui parlare dell’Ulisse di Joyce, al contrario è guardarla accanto a te mentre dorme e non riuscire in nessun modo a capire perchè sei inondato da quelle potenti e complete sensazioni di tenerezza che ti fanno tremare al solo pensiero di perderla.

Ci siamo smarriti “donna delle arti”, abbiamo perso la capacità di sentire mia “dolce amica”, siamo diventati coriacei e fasulli come quei vecchiacci che agitano il dito contro i giovani accusandoli di essere degli smidollati.

E che il fato non mi si rivolti contro se dico a Hnos di lottare fin quando avrà un amore da difendere, perchè essere romantici significa credere che quella chimica, quell’ingiusto meccanismo biologico, quella contraddizione che sta sempre sul filo del rasoio e che può distruggerti fino in fondo all’anima, è l’esperienza più bella che la nostra umanità è in grado di darci, e bisogna smettere di cercarla nei libri, nelle agenzie per cuori solitari, sui social o nei locali per single, bisogna solo aspettare di sentire le farfalle ed osare d’essere felici.

Ecco! L’ho fatto… ho distrutto secoli di speculazioni e sono tornato ai miei 15 anni. Spero solo che adesso sia in grado di spegnere il cervello quando mi accorgo che si è acceso il cuore… sempre che non sia innamorato di una serial killer che potrebbe farmi a pezzi la vigilia del matrimonio e collezionare pezzi del mio corpo in formaldeide come trofeo.

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

29 Comments

  1. Come dire, forse un primo passo è proprio cercare, ma al contempo saper aspettare. Non so se è più deprimente o emozionante il fatto che, pur con storie diverse, pur in posti tra loro lontani, pur in momenti della vita differenti, alla fine ci troviamo tutti in questa stanza enorme, lucente, stracolma di gente eppur inesorabilmente vuota quando cerchiamo la persona “giusta, fatta per noi”…Bene, in questo periodo di ricerca di me stesso e di una realtà che non mi appartiene più, sono giunto alla conclusione (banale, forse, ma non per me!) che la persona in questione non deve essere fatta a posta “per noi”, siamo noi a dover essere fatti a posta “per lei”. Non ci possono essere compromessi, altrimenti ci ritroviamo a vivere una vita fatta di abitudini, di routine (che brutta questa parola!!), di cose già fatte e di altre già dette. No, quello che fa “vivere le farfalle”, il loro nutrimento, è il concedersi totalmente all’altra/o, senza domandarsi nulla, deve nascere spontaneo da dentro, come il respirare. Si è detto prima: semplificare! Che bello sarebbe, basterebbe riuscire a vivere infischiandosene del giudizio degli altri, a sentire solo quello che il tuo cuore sussurra.
    Che bello sarebbe! Ma questa razionalità, fatta di quella pasta che noi chiamiamo esperienza, ci allontana sempre di più da questa vera verità…dannazione!

  2. Oh….torno qui dopo tanto perché mi è arrivata la newsletter…No, dài, non si invoca mai la morte di nessuno. Però sono d’accordo con te, quanto pullulano i consigli per trasformare se stessi …in cosa? Ora dirò qualche stupidaggine, qualche riflessione che mi è nata proprio dalla mia storia con quell’uomo, quello che mi ha tanto turbata alla mia non più giovanissima età. Lui, pensa un po’, è buddista. Cerca proprio di essere un buddista molto molto ortodosso. E quindi io ho cercato di capirlo, il buddismo…Così di moda dalle nostre parti fra tutti quelli che non riescono a trovare una propria guida interiore. Sono giunta alla conclusione che è una filosofia semplicemente disumana. Perché vuole distruggere ciò di cui l’umanità, nel senso della capacità di provare sentimenti umani, è fatta. Rifiuto dell’attaccamento, perchè siccome tutto ciò a cui ci leghiamo prima o poi finisce e finendo ci fa soffrire, allora, per non soffrire, non bisogna legarsi a nulla, men che meno ad un altro essere umano. Insomma, per me è una filosofia che persegue la morte in vita. E se , al contrario, come ho letto nel sito di uno psicologo, il rifiuto dell’attaccamento significa invece semplicemente la capacità di non rimanere aggrappati in eterno a ciò che non c’è più e continuare a vivere, be’, allora si tratta semplicemente di applicare il buon senso, e non c’è nessun bisogno di essere buddisti. Dall’altra parte, la psicologia moderna, dal 1990 in poi, più o meno, sta sempre più sottolineando quanto l’attaccamento, fin dai primi attimi di vita, sia il processo fondamentale nella strutturazione della personalità. Come la conciliamo, una filosofia che trova nell’attaccamento (anche quello buono, anche quello per chi ci ama) la fonte di tutti i dolori dell’umanità ed è perciò da abolire, con la realtà dei fatti che ci dice che se i processi di attaccamento sono disturbati non riusciamo nemmeno a costruirci la nostra identità personale?

    • Ciao Claudia… il problema del buddismo applicato alla cultura occidentale è che è molto difficile sentire ed interpretare correttamente la tradizione di un popolo totalmente diverso dal nostro. Come si fa ad essere buddisti in un mondo dove anzitutto devi fare compromessi con tutti per tirare avanti, e poi il denaro, le cose… insomma, più facile a dirsi che a farsi… ho conosciuto qualcuno che l’ha davvero applicato correttamente, e per come mi è stato spiegato quel famoso attaccamento, beh sembra avere un altro sapore… poi ci penso e dico, ma no… io non voglio staccarmi dalle persone che amo, dalle cose che amo etc etc … ed è proprio quello il punto, bisogna sempre vedere fino a che punto siamo “attaccati”… poi che buona parte della gente si professi buddista solo per non affrontare i rischi di una vita basata sulle relazioni, e per giustificare la propria auto-emarginazione… beh, credo che non ci riguardi, nè riguarda chi quello spirito lo ha capito e lo integra perfettamente… purtroppo il problema è che il buddismo non è per tutti, va bene se già sai vivere e se cerchi una soluzione per vivere meglio, non certo come fuga dalla realtà e dagli altri.
      Un saluto e grazie per il tuo intervento

  3. ma chi è questo genio, mi piace come scrive, come si esprime, come ti coinvolge.
    Grazie, mi hai distratto per un attimo.
    Approvo tutto ciò che dici. Sono felice che qualcuno la pensa come me.

  4. Ciao Nicola, volevo ringraziarti perchè leggere le tue parole è un regalo. Si sente che sei una persona illuminata. Grazie

    • ciao Elena… scusa il ritardo nello risponderti ma mi era sfuggito il tuo commento. Ti ringrazio per le tue parole, è davvero un onore per me ricevere questi apprezzamenti :)
      UN abbraccio e buona vita sempre

  5. Ma quindi secondo voi anche quando non si è piu adolescenti….si possono sentirea ancora le farfalle nello stomaco? Quindi quelli che non le sentono ma dicono di essere innamorati…si accontentano…?
    Spiegatemi per cortesia ho bisogno di un vostro parere….

    • Ciao Chicca… o beh, credo proprio di si. C’è gente che anche a 70 anni giura di sentirle e magari fa anche delle stronzate colossali pur di seguire i propri sentimenti.
      L’argomento è complesso perchè nessuno vuole sentirsi dire che non è più capace di amare, o che si sta accontentando… a volte le persone si inventano le proprie emozioni per trovare una scappatoia dalla solitudine, altre al contrario le nascondono perchè la solitudine gli piace…. insomma, nella confusione della testa basterebbe solo ascoltare la propria pancia, è una cosa semplicissima… peccato che pian piano disimpariamo a farlo
      Un caro saluto

  6. bel pezzo, nico! bravo!
    e, soprattutto, concordo in pieno sul fatto che sui social network tutti fagocitano di tutto, tralasciando la vera essenza delle cose. tutti a caccia di un guru, chiunque esso sia, da cui estrapolare sentenze da applicare indistintamente! a me hanno ucciso jim morrison, figurati…ed ancora ne piango!

    • eppure amico mio è tutto quello che abbiamo, seppure sia finito e terreno, mutevole ed incostante. E’ vero, ha poco senso cadere sempre negli stessi errori per poi lamentarsi del fatto che devi ricominciare tutto daccapo, ma credo che lassù sulle montagne in mezzo a tanti come te vestiti di arancione, ci siano altre cose a distrarti ) qui dove la mattina ti svegli col rumore del camion della spazzatura e gli estranei sono lì pronti a fotterti tutto quello che hai compresa la donna, beh… un giorno ti siedi sul monte a seguire il tuo respiro, l’altro cerchi di rendere la tua vita qui diversa da quella di un sopravvissuto o peggio di uno zombie… ma quest’ultima cosa me l’hai fatta capire tu amico. Ti abbraccio e a presto

      • Sedersi. Respirare. Osservare questo flusso che va e che viene, per sua immutabile natura universale, indipendente dalla nostra volontà, dai nostri desideri, dalle nostre illusioni ed opinioni… Ciò che viene e che va. Qui, proprio come su un monte. Osservare ed imparare per diretta esperienza a non-giudicare; a lasciar andare; ad accettare… Qui e ora! Questo è l’addestramento. Un abbraccio grande grande, amico mio bello

        • Stefano, della verità delle tue parole non riesco in alcun modo a dubitare, e mi fanno sempre sentire più leggero a leggerle :=) è chiaro che ci sono Buddah e Buddah, e che il mio pensiero sia riferito a quelli finti che al contrario ti giudicano e ti dicono anche chi e cosa giudicare… ma è una puntualizzazione superflua visto che l’avrai inteso da te… un forte abbraccio e a presto

  7. Ciao Art, quando il dolore è tanto non si trovano facilmente le parole per spiegare il proprio stato d’animo sia a se stessi che alle altre persone che pensiamo di avere vicine ,le persone come te ,questo sito …aiutano a fare chiarezza ,danno un nome a ciò che sentiamo ,non ci fanno sentire estranei al mondo ,in questi anni ho mangiato interi libri ,ho visto molti film …ho cercato e cercato qualcosa che mi aiutasse solo un po’ a capire… il confronto aiuta anche se leggi stronzate …poi te ne rendi conto…quando leggo le tue parole e le parole di chi come noi ha amato tanto ed è riuscito a raccontarlo con il cuore in mano ,so che quello che ho provato e provo è reale ,non l’ho sognato ..nonostante tutti facciano finta che non sia mai successo per il mio bene …io sento il mio cuore e mando per un po’ il cervello in stand-by…thank you

    • Ciao Silvia… il confronto appunto è utile, e sono assolutamente convinto che alcune realtà delle dinamiche post abbandono, e cioè quello che si sente e quello che si dovrebbe fare, possano essere abbastanza comuni e quindi è facile trovare conforto nelle soluzioni che a suo tempo hanno trovato l’altri, ma ciò che sentiamo è solo nostro e a volte bisogna provare a mandare a quel paese ogni strategia e sega mentale e buttarsi… se poi va male pazienza, c’è sempre il conforto degli amici
      Grazie a te per le tue parole e un abbraccio

  8. Ciao Art, come sempre uno scritto che fa riflettere…sarebbe bellissimo tornare liberi dai condizionamenti accumulati dalle esperienze che ci hanno segnato in passato, ma per quanti sforzi posso fare ora, non so se ne sarei piu capace. Ogni relazione che ho avuto mi ha lasciato qualcosa e mi ha tolto molto altro, con l’ultima, “il mio dolore piu bello” (grazie Stefano per quello che hai scritto..grazie di cuore..), sono tornato di colpo quindicenne, le mie relazioni precedenti e le relative frustrazioni cancellate di colpo..ero tornato nuovamente ingenuo e leggero, ho vissuto il tempo che mi e stato concesso con lei con un trasporto e un’aspettativa spropositati…un errore facilissimo da commettere quando sei adolescente, relativamente facile da riparare in quella fase, ma quando superi la prima meta degli enta, diventa molto piu difficile sia uscire in tempi brevi dalla delusione, sia accettare che l’esperienza non mi ha messo al sicuro dalle mie illusioni, l’amore ha i suoi meccanismi e una volta azionati non conta nulla quanta esperienza hai, devi reimparare tutto..

    • Concordo con tutto quanto da te scritto “giocattolo radioattivo” :) aggiungo anche una cosa: da giovane hai tanti stimoli intorno, gli amici sempre presenti, le occasioni di cambiamento a portata di mano perchè si è sempre in giro… insomma, il problema della metà degli enta come degli anta, è quello che per abitudine e pigrizia siamo abituati a non vivere la giornata al massimo, per questo sembra più difficile uscirne, per questo ci vuole anche più tempo, perchè posso assicurarti che quando arriva quella giusta, il vecchio te lo scordi, perchè la nostra natura è adattabile ed è l’istinto di conservazione che non cede alle facili promesse delle ossessioni… quando un amore finisce, bisogna sopportare la sofferenza per il tempo che è necessario sempre consapevoli di aver fatto tutto il possibile, arriva poi un momento in cui ci sente di nuovo pronti, ed un altro in cui la vita ti cambia da un giorno all’altro… è così… però bisogna ripulirsi per bene sennò la persona giusta non la riconosci. Bisogna tornare a credere che ci sono forze che non possiamo controllare e che quando meno te lo aspetti tornano alla carica, ed è lì che bisogna essere pronti per non farsele sfuggire, accettando la nostra fragilità e vivendo con gioia l’esperienza del ricominciare tutto daccapo.
      Non sono sicuro al 100% che sia così facile, però che convenienza c’è nel credere in un’alternativa più misera?!! Ti abbraccio e in bocca al lupo

      • Grazie Art, di cuore, quello che scrivi, questo splendido punto di incontro virtuale e’ uno dei motivi principali della mia inesorabile risalita verso una piu stabile autostima…grazie ancora

        • Grazie a te “radioactive toy”, probabilmente immagini quanto catartico possa essere tirar fuori in parole il difficile linguaggio delle emozioni e quanto sia motivo d’orgoglio che tutto questo possa essere utile a qualcuno
          Ti abbraccio e a presto su queste pagine :)

  9. Come suggerivo ad inizio anno, cercando un augurio per il 2013 che fosse più calzante al momento che stiamo attraversando, manteniamo il coraggio, o, in questo caso, ritroviamolo, sono d’accordo con te Nico, fa una fifa boia, perché oggi non è più incoscienza, oggi e’ coraggio, che dobbiamo adoperare, anche per amare..
    Perché oggi lo sappiamo che magari non sarà una serial killer, ma potrà sempre, di nuovo, mangiarci il cuore e lasciarci rantolanti su una strada deserta.. Ma che fa? Io voglio morire così piuttosto che nel mio freddo guscio..

    • ciao emanuela… si… è coraggio che ci vuole, sempre e comunque… qualche tempo fa ho pensato che erano finiti gli anni della guerra e che potevamo vivere in pace con accanto le sole cose che ci servivano… ma lì è la fifa che parla perchè combattere è l’unica cosa che possiamo fare, fino alla fine… Uzzo docet

    • Ciao Erika… l’amore di una madre per i figli, quello verso gli amici, l’amore di un uomo verso Dio, anche queste sono forme d’amore, ma non hanno nulla a che vedere con l’amore romantico che insisto a definirlo come tale non tanto per l’aspetto “istintivo”, ma per come viene interpretato a livello emozionale da noi umani… ti abbraccio e grazie per il tuo commento

  10. Grazie Art… ma se le farfalle allo stomaco non le senti e comunque sai che è la persona giusta perchè ci stai bene?

    • ciao trillo81, le farfalle sono una metafora per indicare uno stato fisico, poi non so, magari col tempo abbiamo più difficoltà a riconoscere i segnali del corpo scambiandoli per una gastrite.
      Se ci stai bene e pensi che sia la persona giusta, perchè dubitarne :)))

      • Io semplicemente ADORO il tuo modo di scrivere, la tua genialità, la tua intelligenza, il tuo sarcasmo! Ogni volta mi insegni qualcosa, ogni volta mi tocchi l’anima e mi fai piangere, che sia di nostalgia, o di “presa di coscienza”. Fai entrare la luce nelle fessure dei nostri cuori infranti, e la luce fa così male, ma è talmente catartica. Continua a scrivere, non smettere mai. Vorrei solo avere la forza sufficiente per leggere ogni tua riflessione, perché fare i conti con i propri demoni non è affatto facile e tu..beh..tu ci fai aprire gli occhi. Hai un dono. In qualche vita precedente eri un gran filosofo, e lo sei ancora oggi. Bisogna avere molta sensibilità per porsi quesiti sulle dinamiche di sentimenti così profondi e altrettanto mutevoli, come l’amore e la passione, e l’illusione di averli conosciuti. Ma si può mai essere sicuri di aver conosciuto l’amore??

        • Ciao Allie… ti ringrazio davvero tanto. E’ un piacere ed un onore sentirsi gratificati in quello che si fa e soprattutto sapere di essere “arrivati” ad un’altra persona con i propri pensieri. Riguardo il tuo ultimo interrogativo, me lo chiedo spesso, probabilmente ho conosciuto le dinamiche che sottendono alla fine di una relazione (che hanno poco a che fare con l’amore e che al contrario sono espressione di un primitivo istinto di possessività) perchè spesso ci si sente così spaventati di esserci caduti, da non riuscire a goderselo neanche un pò :)) … un abbraccio Allie e in gamba

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