Angeli caduti

28 Giugno 2008
2 minuti di lettura
Non c’è altro che possa fare se non starmene seduta qui, davanti a questa parete marrone, nella vana ricerca di un significato del bene e del male, con la speranza che un domani il significato di ODIO e AMORE, di CAOS e ORDINE, di GIUSTIZIA ed INGIUSTIZIA non sia così razionalmente determinato e che anch’io, come gli esseri umani, possa cogliere le infinite sfumature delle emozioni.

La vita lassù non era male, le anime della luce sono così pure, così inattaccabili, lassù riuscivo ad amare al di sopra di qualsiasi essere, ma uno squarcio fra le nubi mi ha precipitato su questa terra. Che soave meraviglia nel profumo dei fiori a primavera, e che dolci immagini quelle dei monti pieni di vita e di colori. Che squallore le città, gabbie di cemento per un’umanità che ha dimenticato le sue origini con automobili che graffiano l’asfalto e strombettano all’impazzata per ottenere attenzione: le persone sono sole, troppo sole in questo mondo.

Li osservo, e sono come formiche che brulicano e brucano come pecore quello che i potenti gli passano. Pezzenti, vivacchianti, agiati, straricchi, ma tutti uguali questi miseri esseri di carne ed acqua, chiusi nelle loro casette, soli o accompagnati, depressi o felici, e tutte e due le cose insieme, o un pò l’una e un pò l’altra, ed io qui, a distruggermi perchè non mi sento amata, perchè lassù, dove il cielo ha una sola tinta ed il sole splende sempre alto nel cielo, ero importante per tutti, e non avevo paura, non avevo MAI paura di restare sola.

Su questa terra… le relazioni umane: così provvisorie, precarie, governate dall’egoismo, dal bisogno di colmare i propri vuoti. Povere misere creature, sole alla nascita e sole di fronte alla morte, con un gran traffico in mezzo. Ed io, aperta con tutti i miei sensi all’esperienza dell’amore terreno, con una voglia sempre più grande di capire, di entrare nel cuore del mio amato, e sentire ogni sua pulsazione, e poi esplorare ogni centimetro del suo corpo, tergere le lacrime del suo dolore, lontano da tutti, lontano da questo mondo che m’inghiotte, che mi obbliga a temere la fine di ogni cosa… perchè nulla è eterno qui: come non lo è la vita, non lo è l’amore.

Ho abbandonato l’Illusione di poter fermare il tempo per quelle creature affaccendate nel far soldi, nel riempire i propri armadi di quei vestiti sempre all’ultimo grido, di cravatte, di tailleur firmati, di stivali e borse a spese della pelle di creature inferiori. Quanti accessori ha creato questo mondo per nascondere l’identità misera di ognuno, chè dietro le cose ci sono sempre persone, e le persone qui non sono niente, solo ombre di passaggio, solo minuscoli frammenti di meteorite sparsi sul pianeta, imperfetti grovigli di muscoli e tessuti che mangiano carni e si trasformano in cibo per vermi.

Religioni, tante troppe… rimedi antichi per il loro mal di vivere, perchè se Dio è uno io non lo so, se Dio è intelligente e parla, io non lo so… io Dio non l’ho mai visto, e da dove vengo non ho mai visto uomini di questa terra… in alcuna forma.

C’è un tempo per sognare, ed un tempo per vomitare la sostanza dei sogni. Oggi non sogno, domani tornerò a farlo.

Secondo giro di giostra, ebbrezza della caduta libera, adrenalina che distribuisce vita, confuse scariche sinaptiche che talvolta ci donano la percezione della felicità: ecco che la vita sopraggiunge!

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

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