5 – Desaparecido: Markina/Gernika

29 Ottobre 2012
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4 minuti di lettura

SESTO GIORNO
Desaparecido
6 Settembre 2012
Markina – Gernika / 26,1Km + 15

Markina – Cafeteria ore 8

Questi ultimi due giorni non ho scritto nulla più per la mancanza di un momento libero che per mia pigrizia. Quelle rare volte in cui mi sono ritrovato solo e, dopo aver girato qualche video, ho pensato ad una sosta per sporcare con un pò di inchiostro queste pagine gialline, si avvicinava un pellegrino e cominciavamo a chiacchierare.

Due giorni fa mi sono accompagnato con Melodie, una ragazza belga dolcissima di 34 anni che ha lasciato casa e scelto di andare senza avere un’idea precisa sul dove: passiamo per la Via, ha detto, poi si vede. Melodie si è trovata a dover affrontare la separazione col proprio uomo (un web-designer… ehm), incapace a suo dire di amarla nella sua totalità, a lasciare quindi la casa che condividevano e a tornare dai suoi genitori. C’è voluto davvero poco prima che si mettesse uno zaino in spalle e dal centro di Bruxelles si avviasse verso la Via.

Ho perso Melodie ieri, per ragioni che fatico a spiegarmi ho preferito andare senza preoccuparmi di chiederle se gli andava di fare un pò di strada insieme, non ci sarebbe stato nulla di male, avremmo suonato qualcosa, mangiato qualcosa (anche lei è vegetariana) e sofferto insieme. Probabilmente è il vecchio misogino che c’è in me a farsi vedere di tanto in tanto.

Ad ogni modo, per fortuna ho i video che documentano sufficientemente le molteplici emozioni vissute davanti ai paesaggi, agli odori, sulla rudezza della Via. Tral’altro ieri mi sono ritrovato in un bosco di eucalipti a godermi gli incredibili odori che avevo intorno senza dover per forza trovare una pietra su cui sedermi e scriverne.

Riguardo le città dove mi sono fermato, sia Deba che Markina si sono rivelate popolate da gente molto accogliente, difficile raccontare adesso il senso di gratificazione che ho provato nel sentirmi trattato bene, con la gentilezza ed il rispetto che sono dovuti ad un pellegrino che arriva stanco morto e che la mattina appena alzato ha voglia di affrontare la giornata con un sorriso.

Vale, colazione finita. Mi metto in marcia…

Bolibar – cafeteria ore 10:44

Piccola sosta magica a Bolibar alla Taberna Aukupe dove una gentilissima signora basca mi servito un ottimo cafè con leche, confermando il sentimento di grande accoglienza ed ospitalità che si riserva ai pellegrini. Markina è lontana 6km che ho percorso senza fatica ma con ancora il fastidio ai tendini d’achille. Sono indeciso se fermarmi a Zenarruza per così fare della tappa di oggi una passeggiata di tutto riposo o proseguire fino a Gernika che dista ancora una ventina di chilometri con qualche spaventoso saliscendi che di sicuro non farà bene ai miei piedi. Ad ogni modo, come ho fatto ieri… deciderò strada facendo.

Qui a Bolibar si respira aria di storia, è infatti la patria della famiglia del generale venezuelano Simon Bolivar che ai primi dell’800 guidò la rivolta contro la dominazione spagnola liberando il Venezuela, il Perù, la Colombia, l’Ecuador, Panama e la Bolivia. La signora che gestiva il museo a lui dedicato ne andava fiera.

Adesso mi rimetto in marcia. Ci sono solo un paio di chilometri a separarmi dalla collegiata di Zenarruza. Ultreia

Gernika – ostello ore 23:16

La tappa di oggi, partita meravigliosamente bene, stava per trasformarsi in una indefinita tragedia a causa di un errore di valutazione che mi ha portato su una strada completamente sbagliata, e per di più senza cibo nè acqua.

Tutto è iniziato a Elexalde dove, dopo aver salutato Ilan e la sua armonica, ho deciso di seguire una inusuale freccia bianca convinto che indicasse la Via.

Da lì ho percorso una salita ripidissima per oltre 4 ore fino a raggiungere la cima del monte, tradito questa volta anche da qualche sparuta freccia gialla sparsa qua e là. Una volta in cima, senza acqua nè cibo, ho affrontato un branco di cani adottando la classica strategia dello restare immobile e guardare da un’altra parte, ne sono uscito fortunatamente bene continuando a proseguire su di una strada dove le frecce erano ormai un ricordo troppo lontano, una discesa su ciottoli che hanno provato la resistenza dei miei sandali. Lì ho cominciato a preoccuparmi seriamente, le labbra secche ed i diversi giramenti di testa aggiungevano quell’ansia sufficiente a scatenare un discreto quantitativo di panico ben documentato con la videocamera che utilizzavo per confortarmi un pò.

E andavo, andavo… la discesa sembrava infinita ed intorno non c’era davvero niente, solo alberi e monti, fino a quando il primo bivio… e lì il panico aumentava: e se sto sbagliando, se adesso prendo dritto e finisco in una valle, o a destra e finisco in un fiume… insomma, un momento in cui non ho tirato troppo per le lunghe optando per decisioni rapide e veloci… dritto.

Poi un pueblo arroccato sul monte davanti al mio e la gioia enorme di vedere un segno di civiltà anche se lontano.

Ci sono volute due ore di cammino prima di poterlo raggiungere, un villaggio di 10 cose dove ho svuotato la scorta di Acquarius della signora di una taberna, distogliendola dalla sua attività di stiratura degli indumenti di famiglia. Lì ho appreso di aver superato Gernika di oltre dieci chilometri e non solo… ero completamente fuori dalla Via e nella mia testa pensavo: ecco perchè i cani erano così aggressivi sul monte.

La signora della taberna mi ha preparato un bocadillo con una tortilla di asparagi che ho letteralmente divorato e dipoi mi ha consigliato un autobus che sarebbe passato alle 20:30 circa. Finalmente rinfrancato ma con il fisico a pezzi sono arrivato all’ostello di Gernika per poi dirigermi al primo supermercato a fare scorta di frutta secca e barrette energetiche.

La disavventura di oggi mi ha insegnato che la distrazione e la superficialità sul Cammino del Nord può portare a conseguenze più che disastrose, non è successo nulla però più volte ho avuto giramenti di testa con la preoccupazione di poter perdere i sensi, certo in quella strada dove non passava un’anima non sarebbe stato bello svegliarsi nel cuore della notte col freddo dovuto all’escursione termica e magari un cane randagio che banchetta con ciò che resta delle tue gambe.

La lezione di oggi è stata sicuramente quella di non fare più affidamento su frecce che non siano gialle. Adesso per fortuna sono calmo e anche felice, sto preparandomi per la notte e sono sicuro che dormirò come un angioletto.

Ultreia.

 

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Musiche nel video:
Lynyrd Skynyrd – Sweet Home Alabama
https://ilmondodiart.com/wp-content/uploads/2012/10/01-Sweet-Home-Alabama.mp3

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

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