del tuo “privato” frega a qualcuno?

22 Agosto 2016
5 minuti di lettura

Al diavolo, è troppo che non scrivo e voglio mettere un punto a questa cosa, anche perchè in fondo l’ho sempre fatto per me quindi può solo farmi bene ricominciare a scandagliare le pieghe della giornata alla ricerca di eventi interessanti: raccontarsi è anzitutto auto consapevolezza e di conseguenza riscoperta di fatti ed emozioni di cui rischiamo di perdere il meglio quando vissute con superficialità.

Certo, adesso ci vorrebbe un bel riassunto … dov’eravamo rimasti? Alle poesie surreali e ricche di simbolismi del periodo catanese di cui è fregato qualcosa solo alla diretta interessata! Probabilmente l’ultimo evento degno di nota è stata l’aggressione del delinquente vestito da sbirro in pieno centro e da lì in poi la mia vita che si svuota lentamente di significato…  che tristezza! Ma non saltate a conclusioni… sto imitando il me stesso alla libro Cuore che esaspera un pò la propria condizione e non preoccupatevi, non mi sogno affatto di fare il paventato riassunto, ho scarsissima memoria dei fatti e delle emozioni passate, solo qualche rimpianto misto a qualche “avrei dovuto ma è stato meglio così” etc etc… quindi faccio finta di aver dormito e di essere tornato in vita oggi, nella speranza di trovare la voglia di continuare anche domani e nei giorni a venire nonchè di perdere presto il fastidioso tono da “guru” evidenziato da tutti i non credete, non pensate, non preoccupatevi!!

Per ragioni che non è importante riportare oggi mi sono fermato a riflettere sul senso del “privato” di ciascuno di noi, parola oggi sostituita con la più efficace “privacy” oramai sulla bocca di tutti per le stronzate legate al marketing della rete e di cui la gente si dispera perchè mai sia qualcuno utilizzi la foto dove si vede la tua funcetta da bimbominkia e un pò di culo giusto per eccitare i segaioli del web… ad ogni modo, se il “privato” di ciascuno di noi fosse davvero quello che pubblichiamo su Facebook, sarebbe davvero una pena per l’intera razza umana!

… Ma non è del privato degli altri che voglio parlare: chissenefrega, tanto tutti mentono sulla propria verità interiore (anche a se stessi) ed il mondo è già pieno di “hater” che criticano tutto e tutti per avere qualcosa da dire; il “privato” di cui parlo è il mio, ed è fatto di tante piccole cose che a volte mi fanno vergognare, altre mi inteneriscono per l’ingenuità infantile di alcuni ricordi ancora presenti, ed altre ancora mi appaiono come montagne insuperabili o vallate dove scorrono fiumi di merda.

… Ma se parliamo di “privato” perchè dovrei sputtanarlo qui?! E perchè no… tanto ce già chi lo sputtana senza chiedere il permesso… ci sono le ex che parlano con le loro amiche, che poi parlano con altre amiche fino a raggiungere livelli di diffusione impensabili, e poi finti-amici di amici e viceversa che ti descrivono come una mina vagante da evitare causa patologico attaccamento alla famiglia ed alla terra nonchè sesso-dipendente-senza-ritegno con l’alito che puzza e l’ignobile corpo abbandonato alla pigrizia del marito senza responsabilità. Ok! Affrontiamo la questione senza peli sulla lingua e con onestà! Se incontrate una persona di cui avete sentito parlare in questo modo, credete davvero che il suo vero “privato” abbia potuto essere rappresentato al meglio da quanto si racconta in giro? Non vi viene voglia di verificare di persona?!

… Forse si, bisognerebbe verificare, magari se la tipa ti attizza te ne freghi pure se in giro si dice che è una troia, ma normalmente buona parte degli incontri di tanta gente apparentemente aperta e sociale sono fatti di pregiudizi e diffidenza verso l’altro e perché dedicare la propria attenzione ad uno che sicuramente pensa solo ai cazzi propri e a come sfruttarci per il proprio bisogno!? Senza il tempo per badare a sè stessi ci mancherebbe solo sprecare energia per verificare le storie che si dicono di qualcun altro… ma poi, a chi frega ormai degli altri! Gli altri sono quelli che votano il politico di merda di turno, quelli che fanno la differenziata a cazzo, quelli che sparano a zero sugli immigrati senza avere idea delle condizioni di vita che subiscono… gli altri sono quelli che sbagliano sempre e noi, io, quelli che abbiamo sempre ragione (a parte la differenziata che faccio a cazzo anche io).

Naturalmente generalizzo e molte delle persone che mi stimano e con le quali mi trovo bene a discutere devono sentirsi esclusi da questa definizione.

Non so più in cosa credere però so che scriverne mi sta facendo bene, mi aiuta a guardare gli eventi che scorrono come un osservatore non “giudicaNTE” (e le tre maiuscole finali non significano proprio un cazzo, è solo il BLOC MAIUSC attivato per sbaglio).

Torniamo quindi al “privato” e chiediamoci perché abbiamo sempre questa stramaledetta voglia crescente di farci i cazzi degli altri, di vedere cadere le persone nelle loro debolezze, di poterle giudicare senza ritegno… vi sembro eccessivo? Beh, basta guardare la TV spazzatura sull’argomento ed accettare che oramai tira di più lo sfigato che ti parla del nulla piuttosto che un Terzani interessato a trasmettere agli altri quello che ha imparato sull’esistenza.

Eccolo quindi il tanto agognato “privato” cui tentano di accedere gli omuncoli in cerca di scandali: le nostre debolezze. Ed eccole le sedicenti amanti diventare hacker provette per scandagliare telefoni, hard disk, persino le parole dette nel sonno alla ricerca di quella merda che ognuno deve per forza avere perchè sennò è strano! Se poi in quel fiume di perversioni ci scappano anche informazioni appartenenti a qualcun altro… tanto meglio, altra merda da poter raccogliere per discuterne in cortile con quelle maligne confidenti che non mancano mai in nessuno gruppo di (finti)amici che si rispetti.

Bene… a questo punto è doveroso precisare che quanto scritto non è semplice speculazione ma frutto di esperienze reali di cui oramai ho pieni i coglioni: e perdonate l’eccessiva trivialità ma invecchiando comincio a fregarmene una beata minkia delle convenzioni sociali. Forse chi legge (sempre che a qualcuno freghi qualcosa di quello che scrivo) penserà: ma lo stai scoprendo adesso?! Beh, si, per me è una novità, o almeno… prima pensavo si trattasse di ordinaria amministrazione, poi vedendo che a certi conoscenti interessano più i peli che ho nel culo piuttosto che l’argomento delle mie canzoni, beh, ho capito che tra noi c’è chi vive di soli scandali altrui per evitare di riconoscere che, una volta crepato, non lascerà nulla d’interessante al mondo se non l’aver rotto brutalmente i coglioni a più persone possibili.

Alla luce di queste considerazioni l’unico dubbio che ho è se continuare ad essere politicamente corretto, e quindi lasciare curtigghiare (dal siciliano: parlare nel cortile) gli altri senza informarli della loro meschinità, o ritornare all’età dorata, quei meravigliosi 20 anni dove i “ma che cazzo di persona sei” si sprecavano.

Bene, una volta chiarito il fatto che del nostro vero “privato” (quindi non della merda) interessa solo a noi, forse è il caso di lasciare perdere gli atteggiamenti da evangelista e farmi un pò di beneamati cazzi miei. Ed anche voi che leggete, se potete, scegliete il mio ingrediente: se dovete parlare male di qualcuno, allora fatevi i cazzi vostri.

– Estratto da un “privato”, scritto di getto, in una notte estiva, immerso nel fresco di una camera deumidificata da un condizionatore acquistato subito dopo il caldo micidiale che cerco di fare fruttare per non pensare agli oltre 1000 euro sborsati anche se potrei lasciare la finestra aperta per ottenere lo stesso effetto

Nicola Randone, alias Art, è Scrittore, musicista compositore, leader della band Randone con all'attivo 7 cd ed 1 dvd LIVE sotto edizione discografica Electromantic Music. Qui pone frammenti di vita, espressioni dell'anima, lamenti del cuore ed improbabili farneticazioni intellettuali.

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